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Kusturica da alcuni giorni è sugli scaffali delle librerie italiane con “Dove sono io in questa storia” (Feltrinelli) autobiografia, da lui stesso definita il diario politico di un idiota, in cui ripercorre la propria vita dal volo di Jurij Gagarin sino alla metà del decennio Novanta con la seconda Palma d'Oro ricevuta a Cannes per il film Underground. Il regista serbo ha sfogliato alcune pagine “della sua storia” di fronte al pubblico veronese raccoltosi nell’aula magna dell’ateneo nel corso della rassegna culturale Idem .
Senza risparmiare nessuno, né se stesso né gli altri. Ci sono voluti quindici anni per mettere insieme l’autobiografia. Il risultato è una miscela tra cronaca e storie degne dei suoi migliori film. “Ovunque mi girassi trovavo persone, più o meno importanti, che avevano dato alle stampe autobiografie – spiega Kusturica – il mio produttore ne ha scritta una da 500 pagine. Io quando mi decisi ad appuntare la vita su una pagina scritta non superavo le 5 pagine al giorno”. Kusturica racconta una vicenda autentica, emozionante, sorprendente e provocatoria, nella quale si riflette la storia della seconda metà del ventesimo secolo.
Tra Fellini e Ivo Andric´. Prima del successo con "Ti ricordi di Dolly Bell?" Kusturica crebbe artisticamente nella scuola di cinema di Praga. “Fu in quegli anni che vidi le migliori pellicole; nacque in quel periodo l’amore per Federico Fellini d’"Amarcord" – afferma Kusturica – il cinema di Fellini contribuì a spegnere la diceria che le pellicole europee, se contrapposte agli Usa, sono noiose perché incentrate sui dialoghi. L’arte del regista riminese è all’opposto tutta nella scelta delle immagini”. "La poetica cinematografica, il genio di Fellini si può riassumere in una sola scena di “Amarcord” – prosegue Kusturica – il pranzo in famiglia, poiché in una sola scena coesistono numerose situazioni". Kusturica trovò negli anni in Cecoslovacchia non solo l’amore nel cinema ma anche nella lettura. In particolare tra le pagine del connazionale Ivo Andric´ (Nobel per la letteratura nel 1961). “Il ponte sulla Drina, Na Drini ćuprija, è il miglior testo della letteratura dell’Europa orientale – evidenzia il regista serbo – a mio avviso Andric’ non ha nulla da invidiare a Tomas Mann”.
Kusturica, tra i giovani registi vedo bene Garrone. Nei suoi film Kusturica s'è autoimposto di tradurre la cultura Ortodossa in Occidentale e viceversa: nelle sue opere è infatti presente una commistione di ironia e tragedia, un’insieme di due sentimenti che solo nei paesi slavi riesce ad esistere. Kusturica, incalzato dalle domande di Luigi Spellini, direttore di Idem e di Gaia Guarienti, critico d'arte, si è soffermato sul ruolo di protagonisti che in 2 dei suoi film ha "offerto" alla comunità gitana. "Fin da bambino – ha detto Kusturica – li ho sempre visti come persone libere, la loro libertà era per me la massima apirazione di libertà". Solleticato da Spellini Kusturica ha individuato nel regista di "Gomorra", Matteo Garrone, uno dei migliori giovani registi contemporanei.
Il pensiero su “Il Diego”. Artista geniale, senza freni e fiero di sentirsi incondizionato alle scelte del mercato filmico, Kusturica è anche approdato negli States e, dopo averci vissuto 4 anni, decise di voler immortalare il nuovo Continente in una pellicola. Il risultato è "Arizona Dream", cast stellare per un film allucinato e inusuale che: “Agli americani non piacque proprio” spiega Kusturica. Il dove è in questa storia, parafrasando il titolo dell’autobiografia, lo si comprende quando, nel chiudere l’incontro con il pubblico, il regista spiega un paio di frammenti del suo pensiero su Diego Armando Maradona, stella indiscussa del calcio cui nel 2008 ha dedicato un film-racconto-verità. “Maradona, che io ho filmato per anni nella sua vita pubblica e privata, è un tossicodipendente, è un individuo in grado di rovinarsi la vita con le proprie mani – spiega Kusturica -; ma è anche lo stesso che dopo aver sniffato parecchi grammi di cocaina al giorno per anni, una volta ripulitosi, prima di presentarsi sulla croisette di Cannes spese alcuni minuti in modo maniacale per curare lo smalto dei suoi denti intaccato dall’onnipresente sigaro” . Ma questa è un’altra storia…