Alcuni tra Manager e i tecnologi italiani che hanno fatto e continuano a fare della Italian Technology una storia di successo sono stati ospiti all’università di Verona per ricordare che la ricchezza in Italia si crea realizzando prodotti che fanno cose speciali, grazie alla tecnologia, e vestendoli alla maniera italiana. L’appuntamento, organizzato dall’Italian Technology Hall of Fame in collaborazione con l’università di Verona, si è tenuto questa mattina al Polo Santa Marta.
La giornata è stata un’occasione di orientamento, per le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori e dell’università al mondo del lavoro e delle imprese tecnologiche italiane, ma anche un momento di confronto e condivisione con le imprese del territorio e con la cittadinanza.
Sarà il prorettore di ateneo Diego Begalli ad aprire l’incontro. Con lui, Carlo Massironi, asset manager e curatore della Italian technology Hall of Fame e Giusy Chesini, docente di Economia degli intermediari finanziari di ateneo e coordinatrice scientifica dell’incontro.
Il programma della mattinata è proseguito con gli interventi di Giorgio Garuzzo, ex Ceo di Iveco poi direttore generale del Gruppo Fiat, Giancarlo Michellone, ingegnere che ha guidato l’invenzione dell’ABS Fiat ed è diventato, successivamente, amministratore delegato del Centro ricerche Fiat e presidente dello Science Park di Trieste e Pietro Camardella che in Pininfarina ha realizzato il design di cinque Ferrari e ha diretto lo stile di Lancia e l’advanced design del Centro ricerche Fiat.
Nel pomeriggio, a partire dalle14, sono intervenuti Francesco Butera cui si deve il primato italiano nelle leghe a memoria di forma che consentono di dotare le macchine di muscoli di nichel-titanio, Roberto Paratico, uno dei leader europei negli apparecchi per la miscelazione dei gas medici e Carlo Garuzzo, tra i principali costruttori italiani di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni.
La giornata è stata moderata da Giusy Chesini e Carlo Massironi.
“Esistono, nel nostro Paese – ha affermato Diego Begalli, prorettore dell’ateneo – numerose realtà imprenditoriali che hanno sviluppato e mantengono una posizione di leadership tecnologica a livello mondiale, in settori diversificati. La loro forza è negli investimenti in ricerca applicata e trasferimento tecnologico, molto spesso sviluppato anche all’interno di reti ecosistemiche territoriali che le vedono lavorare in sinergia con centri universitari”.
“Credo che Verona, il Veneto, i nostri giovani, i nostri imprenditori e persino il nostro sistema bancario e finanziario – ha spiegato Giusy Chesini – abbiano bisogno di ricordarsi della semplice ricetta che ha generato molta della ricchezza di questo Paese: tecnologia incredibile che consente di fare cose speciali, vestita alla maniera italiana. Perché possiamo continuare ad essere una grande città, una grande regione e un grande Paese solo se ci ricordiamo come si crea la ricchezza.”
“Abbiamo voluto dare tre messaggi ai ragazzi delle scuole superiori e a quelli dell’università – ha aggiunto Carlo Massironi – ai giovani delle scuole superiori diciamo: scegliete di iscrivervi a corsi di laurea scientifici o ingegneristici e provate a scrivere le prossime pagine della tecnologia italiana. Ai ragazzi dell’università che studiano materie scientifiche, ingegneria, ma anche economia o giurisprudenza diciamo: quando metterete il naso fuori dall’università non fatevi scoraggiare da una serie di colloqui di lavoro deludenti. Sul mercato del lavoro troverete molte aziende in affanno che faticano e che, come tali, non sono in grado di offrirvi opportunità di carriera e stipendi di ingresso decenti. Ma non pensate che tutto il Paese sia così, e soprattutto non pensate di andare all’estero. In Italia ci sono ottime aziende che innovano e fanno tecnologia e quindi possono trattare decentemente i neoassunti. Queste ottime aziende faticano ad assumere perché i migliori talenti si fanno scoraggiare da un pugno di colloqui deludenti e decidono di andare all’estero. Cercatele, prima di valutare di andare all’estero.”
Roberta Dini