Come docenti e ricercatori del dipartimento Tempo Spazio Immagine e Società dell’Università di Verona teniamo a rivolgere un fervido appello al ministro per i Beni e le Attività Culturali, professor Lorenzo Ornaghi, affinché provveda nel minor tempo possibile a far mettere in sicurezza e conseguentemente a restaurare i monumenti danneggiati dal terremoto che ha di recente colpito la regione Emilia Romagna e parte della regione Lombardia, relativamente alla provincia di Mantova, con conseguenze sui beni artistici estese anche al territorio veneto. Si tratta di un patrimonio che tutti ci coinvolge, ma che in particolare costituisce la memoria e la specificità di un territorio e di una comunità.
Ci riferiamo non solo ai monumenti di chiara fama internazionale e di valore inestimabile, ma anche alle testimonianze artistiche di minor visibilità, eppur indubbiamente significative in quanto tasselli di una tradizione e di una storia nella quale i cittadini si riconoscono. Nel momento in cui questo fosse perduto sarebbe, pertanto, non solo il patrimonio monumentale ad essere dolorosamente danneggiato, ma soprattutto il bagaglio culturale di identità civica da esso trasmesso. Se l’impegno economico del Governo per far fronte alla grave situazione va giustamente nella direzione di risolvere con priorità le questioni abitative e le problematiche emerse sul fronte delle attività produttive, attraverso le quali si rende possibile una ripresa, chiediamo sia espressa non minore attenzione alla tutela del patrimonio artistico delle nostre città e del nostro paesaggio urbano: un impegno che compete direttamente proprio al ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ sulla tutela, sulla conservazione e sul ripristino delle testimonianze del nostro passato, sul restauro della forma urbis storica dei nostri centri e del nostro territorio quale emblema di un popolo, che si gioca una partita importantissima.
Una partita che ha ricadute non solo sul piano economico per il richiamo che i Beni Culturali possono esercitare su turisti e visitatori italiani e stranieri; ma anche e soprattutto perché da questa conservazione dipende la salvaguardia del nostro valore culturale e sentimentale, nel quale ci identifichiamo e ci riconosciamo. Si tratta dunque di custodire la nostra storia, per comprendere il presente e dar senso al futuro su cui schiudiamo le nostre porte oggi stesso.
L’invito forte è, dunque, per un’opera di recupero che salvaguardi tanto le emergenze monumentali quanto il loro contesto, fatto spesso di un tessuto edilizio minore stratificato nel tempo, evitando, per questo, operazioni non urgenti di demolizione. Per evitare errori compiuti anche in tempi recenti, è ora quanto mai necessaria un’azione di controllo, coordinamento e iniziativa da parte del ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle Soprintendenze locali, che in tal senso andranno per quanto possibile potenziate e aiutate. Per parte nostra siamo disponibili (e, in parte, già impegnati) a una fattiva collaborazione.
(I docenti e ricercatori del dipartimento di Tempo Spazio Immagine e Società dell’Università di Verona)