
L’esposizione sarà visitabile fino al 30 settembre con i seguenti orari: dal lunedì alla domenica dalle 8.15 alle 23.45; nel mese di agosto dal lunedì al venerdì dalle 8.15 alle 13.45
Nel 1501, 510 anni fa, dall’intuito di Aldo Manuzio, colto umanista e tipografo, ritenuto il primo editore in senso moderno, e dall’abilità di Francesco Griffo, incisore e fonditore, nasceva a Venezia il carattere corsivo. Un carattere che, imitando l’eleganza della calligrafia, ben si adattava alla stampa delle opere classiche in piccolo formato, predilette dai letterati dell’epoca.
L’esposizione sarà visitabile fino al 30 settembre con i seguenti orari: dal lunedì alla domenica dalle 8.15 alle 23.45; nel mese di agosto dal lunedì al venerdì dalle 8.15 alle 13.45. L’ingresso è gratuito.
Una mostra che racconta l’amore per il libro nell’era dell’Ipad. La mostra, curata da Enrico Tallone e dall’architetto Alessandro Carone, è stata inaugurata da Bettina Campedelli, pro rettore dell’università e Daniela Brunelli, direttrice della biblioteca Frinzi. “Questa mostra ha una duplice valenza – ha sottolineato la Campedelli – mostra alla cittadinanza la bellezza dei manoscritti e gli strumenti che venivano e vengono ancora oggi utilizzati e presenta un libro di notevole interesse culturale. Presentarlo qui, in una biblioteca, il luogo in cui il libro trova la sua principale dimora, è emblematico”. In Frinzi sono esposte le edizioni Tallone di poesia e letteratura composte a mano, pubblicate prima a Parigi e poi ad Alpignano nel corso di otto decenni, insieme ad attrezzi di fondita, punzoni, matrici e caratteri tipografici corsivi, nel 510° anniversario della loro prima apparizione sul Virgilio pubblicato da Aldo Manuzio a Venezia nel 1501. Oltre al valore testuale dei volumi in esposizione, attraverso gli specimen dell’epoca e i tipi originali in piombo, è illustrato il contributo italiano al design del carattere tipografico in un percorso che, partendo dall’epoca unitaria, abbraccia il futurismo, il razionalismo ed il modernismo, giungendo ai nostri giorni, del quale i Tallone sono stati fra gli eccellenti testimoni. “Ogni edizione si presenta con una veste tipografica originale – ha spiegato Tallone – nessun libro di questa casa editrice è uguale ad un altro. I volumi sono tirati in un numero limitato di esemplari numerati e stampati su carte di puro cotone e su carte esotiche che durano nei secoli”. “Il libro è un oggetto tridimensionale – ha detto Carone – Oltre ad offrire il sapere, ha anche una fisicità e un profumo, quello tipico della stampa e della carta. E’ l’unico mezzo che si conserva più a lungo e che possiede particolarità rare e uniche”.
L’arte dello scrivere. La casa editrice Tallone fu fondata a Parigi negli Anni Trenta. Nel 1931 Alberto Tallone, figlio del pittore Cesare, lasciò l'attività di libraio antiquario a Milano e si recò in Francia, dove dal 1930 al ‘37 fu allievo di Maurice Darantiere, il cui prestigioso atelier tipografico a Châtenay Malabry a Parigi risaliva alla fine del Settecento. Nel 1938, lasciata definitivamente l’attività di libraio antiquario a Milano, che aveva continuato a condurre anche durante gli anni di apprendistato presso Darantiere, fondò la propria casa editrice a Parigi, rilevando l’atelier dal maestro e arricchendolo con serie di caratteri classici greci e latini, tra i quali i tipi Tallonedisegnati da lui stesso nel 1949 ed incisi su punzoni di acciaio da Charles Malin. e la sede di Alpignano (To), fu inaugurata il 15 ottobre 1960 alla presenza di Luigi Einaudi.