“Tumori della vescica: esperienze di un’area omogenea a confronto”: è questo il titolo del convegno tenuto nell’ex area Gavazzi alla facoltà di Medicina dell’università di Verona. Gli urologi del Triveneto si sono dati appuntamento per conferire sulle novità del campo della prevenzione diagnostica e terapie delle neoplasie della vescica, che rappresentano una entità patologica tutt’ora ad alta frequenza nella popolazione mondiale, principalmente a causa del fumo di tabacco.
L’evento è stato organizzato dalla associazione Triveneto urologia e dal dipartimento di Scienze chirurgiche odontostomatologiche e materno-infantili dell’università di Verona, con il patrocinio dell’Ulss9 scaligera e della società italiana urologia.
“Il rapporto che ci lega con l’urologia di Legnago – ha detto Mariangela Cerruto, direttrice della scuola di specializzazione in urologia dell’università di Verona – è molto stretto grazie e non solo alla rete formativa, che consente agli specializzandi dell’urologia di Verona di completare parte della loro formazione all’interno dell’urologia di Legnago”. Obiettivo del convegno è stato fare il punto sull’impiego razionale delle nuove tecniche diagnostiche, sui protocolli terapeutici e sulle modalità dell’approccio chirurgico mediante l’utilizzo di strumentazioni robot-assistite, per minimizzare l’impatto e favorire una precoce ripresa fisica, specialmente nel paziente anziano.
“Il progetto di confronto tra le varie piattaforme robotiche in commercio che stiamo completando all’ospedale Confortini – ha detto Alessandro Antonelli, direttore dell’unità operativa complessa di urologia di Verona – ci consentirà di valutare pregi e difetti di queste strumentazioni robotizzate, che tanto hanno cambiato nella pratica chirurgica soprattutto in urologia, ma anche in molte altre specialità”.
“Gli urologi del Triveneto – ha affermato Pierpaolo Curti, direttore dell’unità operativa complessa di urologia dell’ospedale mater salutis di Legnago – sono come una grande famiglia, i primari provengono quasi tutti dalle due grandi scuole urologiche di Padova e Verona. Fino a prima della pandemia covid le riunioni dell’associazione erano regolari e frequenti, poi si è passato gradualmente a utilizzare più spesso gli incontri a distanza. In questi giorni, 10 anni fa, assumevo la direzione dell’urologia dell’ospedale di Legnago e ho pensato che potesse essere una buona occasione per tornare a vederci a congresso, ma in presenza”.