Fra i vari fattori capaci di imprimere un cambiamento alla nostra esistenza, le nuove tecnologie sembrano proporsi come il più rivoluzionario. Ad incidere pare, soprattutto, la dimensione social, capace di costruire nuovi modelli relazionali, colpendo alla radice antiche idee di gerarchia e di accesso ristretto. Se ne parla nella nuova edizione del ciclo d’incontri “Le parole del nostro tempo” con un focus sui termini “Reale e virtuale”, alla Fondazione Centro Studi Campostrini in via Santa Maria in Organo, 2, a Verona. Moderati da Davide Assael, collaboratore della fondazione scaligera, ne daranno il loro punto di vista Tonino Cantelmi, medico-chirurgo, psicoterapeuta , specializzato in Psichiatria, mercoledì 17 febbraio alle 18 con l’intervento dal titolo “L’amicizia e l’amore nella postmodernità tecnoliquida: da facebook al sexting”, e Federico Leoni, docente di Filosofia morale all’Università degli Studi di Verona, martedì 23 febbraio alle 18 su “Teologia e tecnologia”.
Il lato oscuro di questa rivoluzione social rischia di essere un appiattimento, che, oltre alla gerarchia, abbatta la qualità, abolendo i parametri che aiutano a distinguere fra le diverse opinioni. “Il ciclo di quest'anno si concentra su uno dei fenomeni che più stanno modificando le nostre pratiche sociali: lo sviluppo delle nuove tecnologie – spiega Davide Assael, ricercatore della Fondazione Centro Studi Campostrini –. L'obiettivo è riflettere sulle conseguenze sul processo di formazione individuale dell'uso dei nuovi apparati tecnologici e delle nuove modalità comunicative da questi introdotte. La gestione della distanza, il tempo dell'attesa, lo sforzo della ricerca, un tempo strutture formative indispensabili, sembrano tutte messe in crisi dall'accorciamento di spazi e tempi imposto dai nuovi media”.
Il ciclo d’incontri “Reale e virtuale” ha il patrocinio del Comune di Verona, della Provincia di Verona e della Regione Veneto, ed è stato realizzato con il contributo della Banca Popolare di Verona. L’ingresso è libero, per informazioni scrivere a info@centrostudicampostrini.it.
Contributo di Elena Guerra – Ufficio stampa Fondazione Centro Studi Campostrini
02.02.2016