Scienziati, medici e insegnanti a confronto sul tema dell’autismo il 10 settembre nell’Aula D del Silos di Ponente. Il convegno dedicato ai Disturbi dello spettro autistico è promosso e organizzato dall’università di Verona in collaborazione con l’Unità operativa complessa di Neuopsichiatria infantile dell’Aoui di Verona, Azienda ospedaliera universitaria integrata, Sportello Autismo dell’ufficio scolastico territoriale di Verona e l’Associazione dei Genitori “Autismi Verona”.
Durante il convegno, i lavori avranno inizio alle 9.30 per proseguire fino le 17.30, si cercherà di mettere a confronto le esperienze delle diverse realtà coinvolte, nel tentativo di creare una rete di servizi il cui vantaggio vada nella direzione del soggetto con autismo. Gli insegnanti che ogni giorno lavorano con bambini e ragazzi con autistico, potranno confrontarsi e condividere con medici e ricercatori gli interventi più adeguati e mirati dal punto di vista psicopedagogico e psicoeducativo e fare il punto sui percorsi didattici adattati alle diverse forme di autismo. Il convegno risponde anche alla necessità di stimolare la collaborazione tra i Servizi di neuropsichiatria infantile, la scuola e le famiglie per favorire progetti personalizzati e capaci di rispondere ai bisogni di ogni alunno. Questo potrebbe favorire risultati migliori riguardo al raggiungimento dello scopo di integrazione scolastica ma soprattutto favorire l’acquisizione di migliori competenze sociali: la scuola rappresenta infatti un periodo estremamente importante per favorire lo sviluppo di alcune competenze carenti nei bambini e ragazzi affetti da autismo, come socializzazione e comunicazione.
“Non si tratta solo di integrazione sociale o di apprendimento di nozioni scolastiche – spiega Leonardo Zoccante, docente della Scuola di Medicina e Chirurgia – ma di favorire, mediante i processi di imitazione e memorizzazione dei comportamenti altrui, l'apprendimento di attività interazionali e di linguaggi e comunicazioni rivolte all'altro e l'apprendimento di competenze che tengano in considerazione l'altro con una progressiva riduzione del ritiro e della chiusura autistica. Questo si verifica facilitando l'attività in piccoli gruppi, anticipando le consegne con supporto visivo, con il comportamento che semplifichi la richiesta e con la partecipazione progressiva a giochi e attività. Il nostro obiettivo è quello di metter le basi per la creazione di una rete di interventi condivisi che, se ben organizzati e pianificati a seconda del profilo neurofunzionale del bambino, permetteranno di ottenere importanti risultati sul piano dell'integrazione”.
L’autismo. Si tratta di un Disturbo dello sviluppo precoce a valenza neurobiologica che si colloca secondo la più recente classificazione internazionale del DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) nell’ambito dei Disturbi del Neurosviluppo. I Disturbi dello spettro autistico interessano un bambino ogni 100-120 nati e coinvolgono maggiormente i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 3 a 1. Entrambi i sessi e le forme di autismo presentano un unico denominatore comune, rappresentato dal deficit o carenza di poter cogliere, secondo i diversi gradi di competenza cognitiva, le intenzioni, gli obiettivi, le finalità dell’agire che accomunano le persone quando interagiscono tra loro.
09/09/2015