Cultura umanistica e cultura scientifica nell’era della globalizzazione

Se ne è discusso al quarto incontro del ciclo di conferenze “Educazione, cultura e bene comune”

Cultura umanistica e cultura scientifica hanno dei punti in comune o sono contrapposte? Possono lavorare in sinergia? La comunicazione globale ha modificato la cultura umanistica e quella scientifica e tecnologica? A queste domande si è cercato di rispondere nel quarto appuntamento del ciclo di conferenze “Educazione, cultura e bene comune”. L’incontro “Cultura umanistica e cultura scientifico-tecnologica nell'era della comunicazione globalizzata” è stato introdotto da Suor Germana Canteri del collegio universitario femminile “don Nicola Mazza”, con la moderazione di Carlo Combi, docente di Informatica dell’università di Verona, e i relatori Dario Antiseri, filosofo ed esperto in logica matematica, in filosofia del linguaggio, docente alle università “La Sapienza” e Luiss di Roma e Angelo Montanari, docente di Matematica e informatica dell’università di Udine e coordinatore del nucleo di valutazione.

Angelo Montanari nel suo intervento ha sottolineato come, nell’opinione comune, vi sia una forte contrapposizione fra verità e credenza. Alla prima categoria appartiene tutto ciò che si colloca nell’orizzonte della scienza, alla seconda tutto ciò che non fa parte della scienza. Inoltre, da una parte, abbiamo un’esaltazione superficiale e ideologica della scienza la quale viene appunto considerata verità assoluta ma, dall’altra parte rimane persistente la riduzione delle iscrizioni alle facoltà scientifiche. “Per la scienza ora è necessaria una formazione multidisciplinare – ha affernato Montanari-  bisogna creare dei luoghi in cui far crescere sensibilità e competenza, capaci di comporre in modo fecondo i contributi di discipline diverse: ad esempio, investire nella formazione multidisciplinare attraverso una diversa organizzazione degli studi universitari. La sintesi fra cultura umanistica e cultura scientifico-tecnologica può diventare uno strumento formidabile di progresso”.

“Il metodo utilizzato dagli umanisti nell’interpretazione dei testi, ossia il circolo ermeneutico, è uguale al procedimento scientifico -ha rilevato Dario Antiseri, riprendendo il rapporto tra discipline umanistiche e scientifiche- diverse però sono le metodiche e il linguaggio che dipende dalla disciplina trattata. Il metodo utilizzato dalla cultura umanistica e da quella scientifica è quello della falsificabilità, ossia per verificare le teorie non dobbiamo cercare le conferme ma cercare le smentite. L’errore è un ingrediente necessario della scienza”.

11.11.2014