Straordinaria invenzione che ha cambiato il nostro modo di comunicare, pensare e lavorare, le macchine intelligenti sono protagoniste dell’ultimo evento per ricordare il padre del computer. Il progetto, organizzato dal dipartimento di Informatica per celebrare il centenario dalla nascita di Turing, è terminato con l’evento “Alan Turing e l'intelligenza delle macchine tra corpo, apprendimento e socialità”. A renderlo possibile anche la partecipazione di Esu Verona, l’azienda regionale per il diritto allo studio universitario.
“Questi appuntamenti –ha affermato Roberto Giacobazzi, docente di Informatica di ateneo– pensati per far conoscere al pubblico veronese lo scienziato e la rivoluzione più grande del XX secolo, sono l’occasione per capire più a fondo il tempo in cui viviamo e gli strumenti che usiamo nel quotidiano”.
Uomo o macchina? “Per il test di Turing – ha affermato Teresa Numerico, docente dell’università di Roma3
la macchina che simula l’essere umano ha successo nel gioco dell’imitazione se il giudice è incapace di distinguerla in una percentuale notevole di valutazioni. Una macchina capace di comportamenti disciplinati non poteva bastare, Turing voleva andare oltre e ottenere un dispositivo in grado di manifestare capacità di iniziativa, un pensiero originale anche se inaffidabile.Cruciali nella creazione dell’intelligenza artificiale attraverso l’addestramento, sono l’interferenza, ossia quei fattori esterni che interagiscono con il funzionamento della macchina, e così anche il corpo e il linguaggio. Questo è da intendere come sostituto del corpo nelle relazioni con l’ambiente e le persone. Nell’idea del grande scienziato sono centrali gli influssi della concezione del linguaggio e dell’interazione umana di Wittgenstein, perciò è importante elaborare una comprensione della natura sociale dell’intelligenza meccanica”.
L’uomo che ha cambiato il mondo. La teoria alla base dell’attuale informatica e dell’intelligenza artificiale, da cui derivano i primi calcolatori elettronici e l’attuale computer sono i frutti della mente geniale di un uomo poliedrico che nella vita è stato matematico, ingegnere informatico, biologo, criptoanalista. È entrato nella storia non solo da padre del computer ma anche perché è riuscito a smascherare le comunicazioni strategiche dei tedeschi durante la seconda guerra decodificando il codice della macchina Enigma e determinando la sconfitta di Hitler. Nella vita privata l’essere stato un outsider gli ha procurato non pochi fastidi e drammi, come quando gli hanno intentato un processo per omosessualità. Attorno alla sua morte un alone di mistero, sembra, infatti, che sia stato ucciso dai servizi segreti americani.