"Nel 2050 la popolazione globale sarà raddoppiata e già oggi nel mondo soffrono di malnutrizione 800 milioni di persone, di cui il 30% bambini. La ricerca è di fronte alla necessità di aumentare la produzione agricola del 50% entro il 2030 anche se i terreni idonei sono sempre meno", questi i dati dell'emergenza alimentare forniti da Mario Pezzotti e Zeno Varanini. I due docenti del dipartimento di Biotecnologie di Verona sono intervenuti all’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere per presentare le tesi in Biotecnologia agraria vincitrici del concorso dedicato ad Apollinare Veronesi. Il Gruppo Veronesi e l'ateneo scaligero hanno premiato la tesi di dottorato di Mariangela Coppola, che si è aggiudicata un assegno di ricerca di 1.500 euro,e la tesi di laurea magistrale di Fabio Valentinuzzi, cui sono spettati 1000 euro. A proclamarli vincitori, Giordano Veronesi, secondogenito del fondatore del Gruppo Veronesi, oggi tra i primi produttori di alimenti zootecnici in Italia, e di Aia, l’azienda veronese leader nel settore avicolo.
"L’unica possibilità per un mondo che muore di fame – ha spiegato Varanini – sta nello scoprire nuovi sistemi per massimizzare la quantità e la qualità delle produzioni agricole.Dal settore primario dipende sia la produzione di alimenti destinati al consumo umano, che quella di mangimi, in definitiva, ogni possibilità per l’uomo di far fronte ai suoi bisogni nutrizionali.In passato i fertilizzanti azotati e i fosfati di fosforo, dannosi per l’ecosistema, hanno incrementato la produttività del 10%. Oggi un’aumentata sensibilità ambientalista ha portato a cercare nuove vie”. “L’elaborazione, nel 1983, – ha continuato Pezzotti – della tecnica per trasferire i geni da un organismo vivente ad un altro e la scoperta del genoma nel 2001, permettendo di manipolare il dna delle piante e di prevederne il comportamento genetico futuro, hanno reso possibile la pianificazione efficace delle coltivazioni e un minor impiego di pesticidi”. Le ricerche di Coppola e Valentinuzzi prendono le mosse da queste due importanti teorie.
Le tesi premiate. Lo studio di Coppola è basato sulla ricerca su un ormone del pomodoro, la prosistemina, capace di attivare una reazione difensiva in caso di attacco da parte di insetti masticatori. La studentessa campana, chiedendosi quale fosse la base genetica di questa resistenza, è arrivata a concludere che, se si isola e si manipola in modo opportuno i geni di quest'ormone, una volta che li si reimmette nel Dna della pianta, si ottiene una versione genetica alternativa di quella stessa pianta, dotata però di una notevole resistenza ai parassiti e ai funghi. Questo studio è importante quindi perché permette di ridurre i pesticidi. Valentinuzzi si è, invece, concentrato sulla capacità delle specie botaniche di sopperire alle mancanze nutrizionali quando il terreno è carente di certe sostanze. Una ricerca quindi che intende elaborare tecniche volte a diminuire l'impiego dei fertilizzanti. In particolare ha effettuato degli studi sul lupino bianco, un vegetale che per superare le crisi di nutrienti rilascia acidi fenolici in gran quantità. Il giovane ricercatore ha analizzato e codificato i geni delle proteine trasportatrici presenti nel lupino e responsabili di questo trasferimento degli acidi fenolici, arrivando a produrre tecniche di trasferimento di tali sostanze o di silenziamento di questo meccanismo in altre specie vegetali più valide per l'alimentazione umana.