Il meraviglioso che è nascosto nel quotidiano. I suoni, i sorrisi, i bambini. E il cuore. Un dosaggio perfetto quello creato da Lorenzo Gobbi nella composizione delle sue filastrocche. Un lavoro dedicato all’infanzia, inserito nella nuova collana illustrata “Il passero bianco”. Abbiamo fatto il punto con l’autore.
Quali sono a suo avviso i primi passi nell’impostare un testo per bambini?
Penso che si tratti innanzitutto di immaginare un gruppo di bambini in ascolto. Non vedono un bambino, ma un adulto che cerca di parlare con loro e che cerca dentro di sé le proprie energie migliori: la fiducia nel tempo e nella vita, la stima del mondo, tutto ciò che di buono ha maturato in sé nella sofferenza, nella fatica, nella gioia e nel divenire che ha vissuto. E poi, la musica delle parole: un ritmo gioioso, che sia come un raggio di luce sulle esperienze quotidiane, e le racconti con verità. E' difficile essere veritieri senza avere stima della vita.
Mercoledì 2 novembre in Biblioteca civica presenterà la sua nuova collana di filastrocche illustrate; i suoi testi sono creati per bambini in età prescolare, quindi il target è implicitamente il genitore. La condivisione (della lettura) tra adulto e bambino che importanza ha a suo avviso nella formazione di un giovane lettore?
Progetti ormai testati a livello nazionale, come Nati per leggere (ma anche come Leggere per crescere, di Glaxo Smith-Kline) hanno chiarito e verificato l'importanza della lettura anche in età prescolare, sotto ogni punto di vista. Penso che l'interlocutore di un libro per bambini non debba essere il bambino, ma la coppia adulto-bambino che si trova unita nella lettura condivisa, cioè in un momento tutto speciale, fecondissimo. Non si tratta solo di formare un lettore, ma di accrescere, attraverso gli elementi ritmici e musicali del linguaggio, quella che James Hillman chiama la "fiducia originaria", non solo la fiducia del bambino nell'adulto con il quale condivide l'esperienza di lettura e con cui sintonizza il proprio respiro e le proprie emozioni, ma anche e soprattutto la fiducia dell'adulto nella bontà del tempo al quale affida il proprio figlio, nel valore della vita che sta vivendo, che gli ha trasmesso e nella quale lo sta accompagnando. Le capacità di crescita di un adulto sono molto sottovalutate. Credo che un libro per i bambini debba essere a servizio di questo dialogo tra adulto e bambino, cioè a servizio di entrambi; e anche che debba mirare ben più in là della formazione di un lettore!
Nelle filastrocche che scrive quanto incidono i ricordi della sua infanzia?
Abbastanza, ma non in modo determinante: ciò che incide di più è il senso del bene che mi è cresciuto dentro nella conoscenza del mondo, nel lavoro, nello studio, nel lutto, nella gioia, nel quotidiano. Ai bambini si deve dire la verità: c'è una possibilità immensa di gioia nelle relazioni umane e nella vita creaturale che ci è stata donata. A quale prezzo, non è necessario rivelarlo: per ora, basta testimoniare di averla conosciuta