Lingua e identità nazionale in Italia

Ospite dell'università Pier Vincenzo Mengaldo, storico della lingua italiana

Che cos’è l’italiano? Quale storia spiega il nostro presente linguistico? Studioso della ricca tessitura linguistica del nostro Paese, Pier Vincenzo Mengaldo ha risposto a queste e altre domande, durante il convegno “Lingua e identità nazionale in Italia”. A moderare l’incontro, che si è tenuto nell’aula magna del Polo Zanotto, Arnaldo Soldani e Antonio Girardi, docenti di Lingua italiana dell’università di Verona.

I dialetti. Fra le nazioni europee, e non soltanto tra quelle che parlano lingue derivate dal latino, l’Italia gode il privilegio di essere il paese più frazionato nei suoi dialetti. “In Italia, nell’italiano – ha esposto Mengaldo – il modo di parlare varia spiccatamente da luogo a luogo”. Nonostante la mobilità delle persone nella nostra epoca e i grandi spostamenti legati all’immigrazione interna, in ogni luogo c’è un modo di atteggiare la nostra lingua nazionale che domina sugli altri. “L’italiano – spiega Mengaldo – è molto vario secondo la geografia e, più esattamente, secondo la geografia dei dialetti che sono ancora considerati una realtà vivacissima, che regge bene e che ancora oggi domina soprattutto in alcune regioni”. I dialetti non sono una corruzione dell’italiano, ma come l’italiano sono la naturale continuazione del latino parlato attraverso i secoli sul nostro territorio nazionale.

Una lingua comune. L’Italiano nasce come "bisogno" per rendere unita l’Italia. La lingua parlata oggi nel nostro territorio si differenzia dai dialetti perché è lingua nazionale; è infatti parlata e scritta da tutti, espressione del grado di civiltà e della storia di un’intera nazione. “L’italiano – prosegue lo studioso – è antico come lingua ma è ancora giovane come lingua parlata nel nostro Paese. Se consideriamo infatti l’estensione nazionale, l’italiano è stato per secoli soprattutto lingua scritta”.