“Neuroscienze del comportamento: dall’imperfezione alla perfezione e ritorno”. E' questo il titolo della tavola rotonda cui hanno preso parte Giuseppe Bertini e Cristiano Chiamulera, entrambi docenti dell’università di Verona e Gaetano Di Chiara, docente dell’Università di Cagliari. I relatori sono stati introdotti da Michele Tansella, preside della facoltà di Medicina dell’ateneo scaligero.
Il ruolo della memoria. “La pratica rende perfetti – è la frase di apertura di Bertini – e la perfezione non è da attribuire solo ai grandi professionisti, ma è attribuibile a tutti”. Dopo quest’introduzione il docente ha spiegato il fuzionamento della comunicazione neuronale e della plasticità sinaptica dalla quale deriva l’apprendimento e la memoria. Citando velocemente alcuni esperimenti ha concluso che con l’esercizio, con il passare dei giorni, la prestazione migliora e i miglioramenti persistono. Al tema della memoria si è connesso Chiamulera utilizzando la dipendenza da nicotina come paradigma per le dipendenze in generale. Chiamulera ha sostenuto che il tabagismo consiste nel piacere diretto e reale, ma anche nel ricordo di esso: gli effetti piacevoli sono associati a numerosi stimoli ambientalie e quando questi stimoli sono presenti, la memoria li associa alla droga e ne fa sentire il bisogno.
Farmaci e droga. L’intervento di Di Chiara si è focalizzato dapprima sui farmaci in generale e poi su un particolare tipo di sotanza dopante: la cannabis. Secondo Di Chiara i farmaci non inventano nulla, ma si limitano ad imitare i processi fisiologici provocando patologie. È passato poi alla questione “dipendenza” dicendo che per entrare nel tunnel della tossicodipendenza è indispensabile la coesione di due fattori: quello ambientale e soprattutto quello individuale o genetico.