Roberto Puliero in una foto tratta da www.carnetverona.it

Il noto attore veronese ospite alla biblioteca Frinzi

 

Prosegue il ciclo di incontri 'Io scrivo tu mi leggi'. Il primo appuntamento serale promosso e ospitato dalla biblioteca Frinzi ha avuto come protagonista Roberto Puliero, attore e regista teatrale, una delle voci più popolari e amate del panorama artistico veronese. La serata è stata proposta e sostenuta dal dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell'università scaligera.

 

Colto, intelligente, divertente. Così Mario Allegri, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea ha definito lo spettacolo di Roberto Puliero. Il versatile interprete ha raccontato “Il palio di Verona” scritto da Marino Zampieri, insegnante di italiano e latino nei licei, regista della compagnia veronese “La Barcaccia”, adattatore e traduttore di testi. Lo spettacolo è stato tratto dal libro di Zampieri “Il palio, il porco e il gallo – la corsa e il rito del 'drappo verde' fra Duecento e Settecento”. Puliero ha dato voce e vita ai testimoni oculari dell'epoca utilizzando un linguaggio che spaziava dall'italiano aulico al dialetto rustico, al maccheronico con citazioni di Dante e Ariosto. I cinque musicisti del gruppo “Cantimbanco” hanno accompagnato l'attore nel suo excursus storico. Le musiche rinascimentali sono state eseguite con strumenti copie degli originali: dal cornetto, strumento a fiato capace di imitare il canto, alla cornamusa, dal flauto e la bombarda, col suo suono forte e penetrante che nella forma ricorda l'arma da fuoco da cui deriva il nome, alle percussioni, al liuto e il trombone.

 

Il palio di Verona. Un evento dimenticato che a partire dal Duecento e per quasi cinque secoli ha caratterizzato la vita cittadina. “Si svolgeva la prima domenica di Quaresima, la domenica 'di tutto il popolo' – ha raccontato Puliero – espressione che già indica l'adesione festosa della popolazione a questo particolare evento. Oggi quando sentiamo parlare di palio pensiamo subito a quello di Siena, ma in realtà già nel Duecento molte città centro-settentrionali ne avevano, che in genere comprendeva una o più corse. Quello di Verona, all'inizio, prevedeva due corse, una equestre e l'altra pedestre. Poi – ha proseguito l'interprete – venne inserita una corsa per le donne e una per gli asini”. Del palio di Verona, o 'del drappo verde', ci giungono notizie da numerose fonti, la più eccellente delle quali è il “sommo poeta” Dante Alighieri. “Il fiorentino – ha continuato Puliero – nel 1304 si trovò ad assistere al palio di Verona e ne ricavò un'impressione così forte da volerlo citare in una metafora della 'Divina Commedia'. “Poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde per la campagna; e parve di costoro quelli che vince, non colui che perde”.