Palazzo Erbisti ha ospitato la presentazione della riedizione del libro “Mondo Contadino” del poeta e scrittore Dino Coltro edito da Cierre. La cornice della presentazione è stata quella dell’Accademia dell’Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, luogo caro a Coltro e già teatro di sue numerose conferenze. La presentazione ha visto tra gli altri le partecipazioni di Marco Girardi, studioso e amico di Dino Coltro e del figlio del poeta: Stefano, che accompagnava il padre in molte sue visite nei luoghi dove la tradizione contadina si manifestava ma soprattutto quando si recava a parlare con i protagonisti principali: i contadini. Ne erano presenti molti a Palazzo Erbisti, amici di una vita dello scrittore o semplicemente paesani e lettori che hanno riconosciuto l’importanza della sua opera.
La riedizione. La riedizione del capolavoro del poeta e scrittore veneto esce postuma; Dino Coltro è mancato il quattro Luglio di quest’anno, dopo 79 anni dedicati in gran parte allo studio della sua terra: il Veneto. Nato ad Albaredo D’Adige nel 1929 si forma in una corte rurale presso Strà di Coriano, qui inizia ad amare quel mondo contadino che successivamente descriverà in quasi trenta libri. La prima edizione di “Mondo Contadino” uscì nel 1982 e fu un grande successo. Poco prima di morire il Poeta ne curò la riedizione che esce oggi in tutte le librerie.“ Fate riuscire questo libro, fatelo rileggere alla gente… è li che deve stare”, queste erano le sue parole.
“Tra di noi non c’era correttezza e amicizia, Dino Coltro era uno di famiglia, ogni anno sapevamo che aveva un libro da pubblicare, e noi eravamo ben felici di farlo” ricorda il direttore di Cierre, Maurizio Miele, “ era nostro obbligo morale ristampare “Mondo contadino” e per il 2010 è già in calendario la ristampa di “Paese perduto” sempre del 1982.”
L'opera. “Mondo Contadino”, titolo fortemente didascalico, non lascia spazio all’interpretazione. Il mondo dei contadini è la roba, la terra, il denaro, la famiglia, la ricchezza, la povertà, la corte, la vita e la morte. Gli uomini, svegli alle quattro della mattina per andare nel campo a coltivare la terra del Paron, e le donne, forse le protagoniste principali di tutta l’opera di Coltro, che si presentano al lettore attraverso tutta una serie di riti quotidiani. Quelli giocosi e scherzosi trovati per ingannare il tempo, quelli invece più seri e solenni che scandiscono i momenti importanti: il matrimonio, l’ingresso in famiglia, il lavoro. Il suo racconto non è semplice nostalgia, semplice ricordo del tempo che fu, l’opera di Dino Coltro è mossa da un motore molto più grande e semplice: l’amore. L’amore per il mondo contadino del padre e del nonno, per quei valori che gettano le basi per la famiglia, il lavoro e la terra.
La memoria di Coltro. “Mondo Contadino” rappresenta la trascrizione di tutto quel patrimonio orale che generazioni e generazioni di contadini hanno saputo tramandarsi e che Coltro ha saputo trascrivere. Coltro si faceva sempre accompagnare da un fotografo nei suoi studi e nelle sue visite in campagna, ed oltre a queste foto il lavoro di ricerca del poeta è stato immenso. Sono fotografie di visi che testimoniano fierezza, mai vergogna. Uomini al lavoro nei campi, donne al lavoro a casa, vite semplici, quotidianità contadina. Quei visi sono profondi scavati, brutti, segnati dal lavoro e dalla fatica, ma con occhi veri che testimoniamo quella fiamma che Coltro non voleva spegnere.