Raccontare le crisi umanitarie attraverso parole, immagini, racconti. Con questo obiettivo si è tenuto il convegno promosso da Medici senza Frontiere ed ospitato dalla biblioteca Frinzi. Ad introdurre e moderare il dibattito è statoAgostino Portera, ordinario di Pedagogia Interculturale e direttore del Centro Studi Interculturali dell'ateneo. CDon lui al tavolo Sergio Cecchini, direttore della comunicazione di Medici Senza Frontiere Italia, Oliviero Bergamini, giornalista Tg3, Gabriele Colleoni, giornalista de L'Arena, Francesco Zizola, fotoreporter.
Tutto è emergenza. “Il nostro tempo è l’era della comunicazione – ha chiesto Portera – e come poter comunicare in maniera efficace degli eventi importanti, determinanti? Ci sono crisi dimenticate, perché tra le tante emergenze che ci sommergono, tutto è emergenza e niente è emergenza, e a forza di vedere sofferenza siamo assuefatti. La domanda di partenza è come davanti a tante possibilità riuscire a comunicare in maniera efficace? Come veicolare temi fondamentali?”. Da qui è partita la serata dedicata ai limiti e alla sfida della comunicazione delle crisi umanitarie.
Media e crisi umanitarie. “Il quinto rapporto di Medici Senza Frontiere sulle crisi dimenticate è uscito in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia – ha illustrato Cecchini – noi monitoriamo quanto i conflitti e le problematiche occupano posto negli spazi televisivi delle reti nazionali. Nel 2008, ad esempio, il numero di servizi sulla nuova signora Sarkozy, Carla Bruni, è stato di 208: il numero sulla malnutrizione è stato meno della metà. Il primo passo per far risolvere un problema è farlo conoscere. I mezzi di informazione sono la cassa di risonanza per non gettare nell’oblio tutto questo”.
Media,informazione, potere. “Il Tg3 è il più attento a queste situazioni – ha affermato Bergamini – la colpa del dimenticare le crisi umanitarie è da dividere tre giornalisti e spettatori. Carla Bruni fa più ascolto del Darfur: se il pubblico televisivo andasse matto per i bambini malnutriti vi assicuro che si riempirebbe il telegiornale di quelle immagini. C’è il modo però di attirare l’attenzione e la ricezione: noi al Tg3 non abbiamo proposto la solita bomba e il solito sangue, ma servizi di persone, spezzando gli stereotipi”.
Adottare una crisi. Anche il quotidiano L’Arena ha deciso di collaborare con Medici Senza Frontiere dedicando alla situazione della crisi nella Repubblica Democratica del Congo interventi periodici nelle pagine del quotidiano locale: a spiegarlo è stato il caposervizi internazionali Colleoni.
Non solo parole. Zizola ha portato alcune riflessioni, e ha mostrato una sequenza di sue foto scattate in Iraq durante l’ultima guerra che ancora investe il paese. Anche Medici Senza Frontiere ha proposto un video con le proprie attività. E’ stata allestita inoltre la mostra dal titolo “Volti di donne dalle crisi umanitarie” nella biblioteca universitaria Frinzi . Un’altra sarà allestita alla biblioteca Meneghetti fino al 22 gennaio 2010 intitolata “Tubercolosi: nuovi volti di una vecchia malattia”.