Dal 16 dicembre all’11 febbraio 2024 a Palazzo Tito di Venezia si terrà la personale di Giovanni Morbin “Campo di ricerca” a cura di Daniele Capra. Tra le opere ci sarà anche …after Szeemann esposta al Polo Santa Marta e che fa parte della mostra “Contemporanee/contemporanei”.
L’opera, della collezione Agi Verona, è un omaggio al critico e curatore Harald Szeemann. Dopo la morte di Szeemann l’artista ha visitato il suo studio ormai svuotato di ogni opera e documento e ne ha raccolto le polveri. L’aspirapolvere, che solitamente dimora nei disimpegni domestici, qui diventa l’urna che conserva gli ultimi depositi di vita di uno dei più rilevanti protagonisti dell’arte del secondo dopoguerra.
L’esposizione veneziana, promossa dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, sarà inaugurata il 16 dicembre alle 17. Il progetto è costituito da una trentina di lavori realizzati a partire dalla fine degli anni Ottanta e da nuove opere realizzate in site-specific per gli spazi della Fondazione presso Palazzetto Tito.
A partire dall’approccio libero e anticonformista dell’artista, la mostra analizza l’ampiezza dei campi di ricerca di Morbin, la cui pratica spazia dall’azione a opere di natura oggettuale. La mostra mette in luce i cambiamenti e le smagliature del tessuto dell’ordinario attraverso opere come Materia cedevole al tatto, che registra la modificazione plastica del corpo dell’artista in seguito a un incidente, oppure …after Szeemann, l’aspirapolvere che è stato impiegato nello studio del celebre curatore svizzero spesso scambiato dal pubblico come un oggetto abbandonato nello spazio espositivo.
Lavori inediti come Manomissore, un volume in cemento osseo che rappresenta lo spazio vuoto tra le mani dell’artista, testimoniano, invece, l’interesse verso la postura e le abitudini comportamentali, mentre la serie dei Ritratti cambia l’idea di somiglianza, basandosi non tanto sulle qualità fisiognomiche del soggetto, ma sull’impiego del suo tessuto ematico.
Tra le opere in mostra realizzate per Venezia spiccano anche i Bianchi, dei dipinti realizzati strappando l’intonaco nello spazio espositivo (con le modalità tipiche del restauro), che rappresentano a tutti gli effetti il capovolgimento dell’attività pittorica.
Le mostre sono rese possibili grazie al supporto di Tecres S.p.A., Unocad S.r.l. e i collezionisti Roberto Pellizzari e Renato Tengattini.
@ Courtesy Sereni photo e AGIVERONA Collection