Quale può essere il contributo offerto dall’arte e dalle pratiche artistiche al discorso politico, etico e sociale? Questo il tema dell’incontro “This must be the place”, tenutosi mercoledì 28 febbraio al Polo Santa Marta, promosso dalla commissione Contemporanea di ateneo.
L’evento ha promosso una discussione attorno all’arte e al suo contributo al pensiero sia filosofico che psicoanalitico, con il coinvolgimento di filosofi, psicoanaliste e artisti.
A moderare la tavola rotonda è stato Riccardo Panattoni, direttore del dipartimento di Scienze umane e presidente della commissione Contemporanea, con una riflessione più ampia sull’operazione culturale e intellettuale che questo esperimento di confronto interdisciplinare ha prodotto. Sono intervenuti Francesco Bertelè, artista, Jessica Bianchera, curatrice indipendente e dottoranda in Storia dell’arte contemporanea e museologia all’università di Verona, Stefano Coletto, curatore alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Mavie Loda, psicologa Jonas Padova.
In particolare, si è parlato della pratica della residenza d’artista, un’istituzione all’interno della quale risiedono temporaneamente degli artisti al fine di promuovere eventi culturali e collaborare con altri creativi.
Nell’occasione è stato presentato il secondo volume della bookzine Item, nata a latere del programma di residenza d’artista Waiting room residency al Centro di psicoanalisi di Jonas Trento, che riflette in modo corale sulla relazione tra la pratica dell’arte e quella della psicoanalisi, convocando artiste e artisti, teoriche dell’arte, della filosofia e della psicoanalisi, sociologi e intellettuali. Al centro del secondo volume la tematica del digitale e dell’artificiale, che ha coinvolto filosofi e psicoanalisti in un dialogo a tre sul tema della virtualità.
Qui la registrazione completa dell’incontro