
L'università di Verona pianifica il suo futuro. Approvato durante Consiglio di amministrazione del 31 gennaio il documento programmatico
Didattica, ricerca, terza missione, internazionalizzazione, servizi a studentesse e studenti, personale e politiche di reclutamento, rapporti con il servizio sanitario regionale, trasversale. Sono questi gli otto ambiti principali che compongono il nuovo piano strategico dell’università di Verona che orienterà tutte le azioni dell’ateneo per il triennio 2023-2025.
Il documento programmatico è stato sottoposto al parere del Senato accademico e approvato nel Consiglio di amministrazione martedì 31 gennaio e costituisce il presupposto per tutti i successivi atti di pianificazione dell’ateneo. Dal punto di vista contenutistico il Piano include gli obiettivi strategici della Governance, dei dipartimenti e della scuola di medicina, in un processo integrato ed equilibrato, nella consapevolezza della necessità di dover promuovere un approccio sinergico tra centro e periferia. Con questo documento, l’ateneo intende, quindi, delineare un quadro generale, all’interno del quale ciascun dipartimento e la scuola contribuiranno, individuando e sviluppando le proprie specificità, sia sul piano delle eccellenze da valorizzare ulteriormente, sia su quello delle criticità da superare, in modo da formare una complessiva pianificazione operativa che possa permettere il raggiungimento di tutti gli obiettivi strategici dell’ateneo.
Così scrive il Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini nel capitolo di presentazione del Piano strategico: “Le prospettive di azione dell’ateneo di Verona delineate in questo piano strategico sono il frutto di un percorso di riflessione e lavoro “corale” partito a febbraio 2022 e durato un anno e che ha visto lavorare fianco a fianco in un vero e proprio coinvolgimento elaborativo le mie delegate, delegati e referenti, il direttore generale, il Presidio di qualità, le direttrici e i direttori dei dipartimenti, il presidente della scuola di medicina che, grazie alla regia attenta e costante dell’area Pianificazione e controllo direzionale, hanno individuato le azioni e gli obiettivi finalizzati a cogliere le sfide del presente e del prossimo futuro, a tutti va il mio personale ringraziamento per la grande professionalità espressa e per la disponibilità dimostrata, che è andata ben al di là dei doveri istituzionali.
Particolare attenzione è stata rivolta, inoltre, ai temi dello sviluppo sostenibile, delle pari opportunità, della digitalizzazione dei processi amministrativi, delle politiche di welfare per le diverse componenti della comunità universitaria, obiettivi fondamentali e trasversali di ateneo perseguibili attraverso l’adozione di opportune politiche e pratiche operative che rappresentano, nel loro complesso, non solo una necessità ma anche un’opportunità di crescita e innovazione.
Questa prospettiva è stata adottata anche in considerazione del particolare momento storico che vede impegnata l’università di Verona, analogamente all’intero sistema universitario, nella convinta e decisa realizzazione delle azioni conseguenti all’adozione delle misure previste nel Piano nazionale ripresa e resilienza, Pnrr. L’ateneo, partecipando alle diverse progettualità del Pnrr, da un lato ha favorito la crescita del valore pubblico inteso come livello complessivo di benessere sociale, economico, ambientale e sanitario dei cittadini, delle imprese e degli stakeholder e dall’altro, attraverso le numerose riforme a cui si deve attenere, accresce e rafforza la propria capacità innovativa e organizzativa.
Oggi, ancora più esplicitamente che nel passato, l’università deve essere impegnata a conseguire risultati di natura collettiva. La ricerca, come la didattica, l’internazionalizzazione, la terza missione e le altre funzioni prodotte dall’università di Verona vengono premiate; è notizia, infatti, di pochi giorni fa che il ministero e l’Anvur hanno inserito nella lista dei 180 dipartimenti di eccellenza, ben 6 dipartimenti del nostro ateneo e riconosciute dalla collettività, grazie allo sforzo di molti, se non di tutti, nell’avvicinamento, passo dopo passo, al raggiungimento di obiettivi di alto profilo. Se questo è vero, è necessario fare in modo che la nostra università, nel suo insieme, come sistema, si muova verso questi risultati. Concludo esprimendo un fermo convincimento: il Piano strategico di ateneo, così come tutti gli strumenti di pianificazione, programmazione e controllo, assume valore nella misura in cui può contribuire a rinvigorire in tutte le componenti dell’ateneo la riscoperta delle motivazioni che stanno alla base del nostro lavoro quotidiano, del senso profondo della nostra appartenenza alla comunità universitaria, della responsabilità che questa appartenenza comporta e della bellezza della missione che abbiamo la fortuna di perseguire”.