Come valorizzare il sito archeologico del Fondo Paviani del museo Fioroni di Legnago, uno dei più interessanti luoghi di studio della civiltà dell’età del Bronzo in Italia, favorendo la scoperta del luogo e delle sue ricchezze attraverso strumenti informatici? È stato questo l’obiettivo dei progetti sviluppati da tre studenti dell’università di Verona, premiati da una giuria di esperti nel settore dei beni culturali e dell’innovazione tecnologica nel corso di un hackathon. L’evento, in cui studenti e professionisti si sono confrontati per ideare soluzioni innovative in ambito tecnologico, sociale e culturale, si è tenuto nella sede dello Space 13 Innovation Lab di Legnago il 22 aprile.
L’iniziativa è nata nell’ambito di un accordo quadro tra il Comune di Legnago e il dipartimento di Informatica dell’università che ha come referente il professor Davide Quaglia, con l’intenzione di migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso soluzioni informatiche, sfruttando le potenzialità dell’Internet of Things.
Primo classificato è stato il progetto “ARcheology” sviluppato dal gruppo in cui era presente Alberto Tessari, laureando in Ingegneria e Scienze informatiche all’università di Verona. Per aumentare la visibilità e la fruibilità di un sito archeologico, il progetto prevede la disposizione di vari cartelloni denominati “finestra sul passato”. Al centro di tali cartelloni è presente un buco che, ricordando una finestra, permette di inquadrare il sito archeologico con un’apposita app che, in realtà aumentata, mostra una ricostruzione del villaggio preistorico in sovrapposizione al reale sito archeologico.
Una menzione speciale è stata riservata al progetto “Mynerva, opere d’arte a portata di smartphone“, presentato dal gruppo composto da Muhamed Refati, studente in Bioinformatica e Matteo Menegatti, studente di Informatica. La loro proposta consiste in un’app per fotografare le opere in un museo e ricevere delle informazioni a riguardo, oltre che ad un modello 3D e ad una visione in realtà aumentata. Ogni scansione scatta dei brevi video, che successivamente vengono montati in un filmato della propria visita al museo così da poter essere condiviso sui social.