Lo stato di salute dell’economia italiana non è buono, ma bisogna aver fiducia. Parola di Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio conti pubblici italiano dell’università Cattolica e visiting professor alla Bocconi, intervenuto mercoledì 5 giugno al polo Santa Marta all’evento “Rischi e prospettive per l’economia italiana”, promosso dall’Alvec, l’Associazione laureati in economia all’università di Verona.
Dopo i saluti di Carlo Combi, prorettore di ateneo, e di Vincenzo Di Matteo, presidente dell’Alvec, Cottarelli ha presentato un quadro dei conti pubblici italiani: “Abbiamo un problema più rilevante degli altri: il debito pubblico. Nonostante gli sforzi fatti per entrare nell’euro, il debito si è ridotto di poco perché lo Stato ha continuato a spendere”. E ora, ha continuato l’ex direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, “è difficile risolvere questo problema se il Pil non cresce”.
“Tuttavia, ci sono alcune buone notizie: l’Italia è un paese esportatore e il costo del lavoro per unità di prodotto, che è un indicatore di competitività, si sta avvicinando a quello tedesco. – ha spiegato Cottarelli – Buone notizie che, però, non risolveranno da sole i problemi macroeconomici. Andrebbero trovate delle soluzioni a tre questioni principali: la pressione fiscale molto alta, la burocrazia asfissiante e la giustizia troppo lenta”.
Tra le tante domande del pubblico, composto da studenti universitari e non, anche il futuro della politica comune europea: “Gli Stati da soli non potranno trattare con Usa e Cina. C’è bisogno di un rafforzamento del bilancio dell’Unione”. Il processo è lungo, “ma gli Stati Uniti d’America a 90 anni dall’indipendenza hanno affrontato una guerra civile. Speriamo di metterci meno tempo.” ha concluso Cottarelli.