Il Verona Heart Study è uno studio epidemiologico-osservazionale iniziato nel 1996 e tuttora in corso, ideato e sviluppato dai ricercatori della sezione di Medicina interna a indirizzo immuno-ematologico ed emocoagulativo, diretta da Oliviero Olivieri. L’obiettivo principale dello studio, è quello di ricercare le cause genetiche della cardiopatia ischemica e delle sue complicanze, come l’infarto miocardico, che concorrono a determinare il rischio individuale per almeno il 40%, in aggiunta ai noti fattori correlati a uno scorretto stile di vita (fumo, sovrappeso, sedentarietà, dieta ipercalorica e ricca di grassi).
Negli anni, hanno partecipato a questo studio più di 2.500 cittadini, sottoposti ad angiografia coronarica all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Per ciascun soggetto, i ricercatori hanno minuziosamente classificato in un “registro” tutte le caratteristiche relative alla storia familiare, allo stile di vita, e ai classici esami sanguigni, confrontandole con le analisi del genoma, che negli anni sono divenute sempre più precise attraverso gli straordinari progressi delle tecnologie di sequenziamento del DNA. La bontà di questa impostazione metodologica rigorosa e originale sviluppata dal gruppo veronese, ha ottenuto graduali riconoscimenti a livello internazionale, fino a divenire, a partire dagli anni 2005-2006, componente essenziale di prestigiosi consorzi multidisciplinari. A oggi, grazie agli sforzi collaborativi nell’ambito di tali consorzi, sono state individuate almeno una cinquantina di regioni del genoma che si associano a un rischio aumentato di cardiopatia ischemica, e la loro “decodificazione” procede a passo spedito. Tali scoperte hanno già prodotto ricadute pratiche positive per i soggetti malati o a rischio di infarto, come per esempio la produzione di nuovi farmaci molto potenti e più mirati per curare le ipercolesterolemie familiari, ossia condizioni nelle quali il livello di colesterolo nel sangue rimane alto per cause genetiche, nonostante una dieta appropriata e uno stile di vita di corretto. I risultati di questi ultimi mesi aprono prospettive simili anche per la cura delle condizioni in cui a essere elevati sono anche, o principalmente, i trigliceridi.
Dalla sua fondazione a oggi, il Verona Heart Study ha prodotto più di 60 pubblicazioni di rilievo internazionale, molte delle quali nelle riviste mediche più prestigiose come "Nature", "Nature Genetics", "Lancet", e "New England Journal of Medicine", contribuendo in modo significativo, assieme agli sforzi di molti altri ricercatori scaligeri, al piazzamento dell’ateneo veronese ai primi posti nelle classifiche per la qualità della ricerca biomedica. Oltre al personale inquadrato stabilmente a tempo pieno nell’unità operativa di Medicina interna, queste ricerche veronesi sono possibili grazie all’apporto di giovani borsisti, assegnisti e dottorandi. “Siamo profondamente grati – spiegano i ricercatori di Heart Study – alla Fondazione Cariverona per il generoso sostegno al nostro progetto, e ci auguriamo che il Ministero dell’Università e la Ricerca imbocchi con più decisione la via della premialità per gli atenei virtuosi come il nostro, permettendo la stabilizzazione dei molti giovani meritevoli che frequentano ogni giorno i laboratori e le corsie della nostra università”.
04.04.2016