Venerdì 22 maggio nell’aula magna di Scienze motorie dell’università di Verona si è tenuta la cerimonia di premiazione del premio "Panathlon Area 1" destinato alla migliore tesi di laurea dei corsi triennale e magistrale discussa in una università della macroregione denominata Alpe Adria (Triveneto, Lombardia ed Emilia Romagna).
Per la seconda volta l’ambito riconoscimento va a un laureato di Scienze motorie. Ad aggiudicarsi il premio la veronese, venticinquenne, Manuela Lorenzato, del corso di laurea magistrale in Scienze motorie preventive e adattate, con la tesi “Antropometria, composizione corporea e prestazione in giovani atleti praticanti pallacanestro in carrozzina” (relatrici Chiara Milanese, docente di Tecniche e metodologie degli sport e Valentina Cavedon, Ph.D in scienze motorie).
La tesi presenta caratteri innovativi importanti nell’ambito dello studio dell’attività sportiva per persone con disabilità motorie, in quanto dà stimolo alla formulazione di criteri di valutazione oggettivi che possano garantire eque competizioni tra atleti a disabilità compatibile.
Abbiamo chiesto a Manuela di entrare nel merito del contenuto del suo elaborato.
Perché ha scelto questo argomento?
La pallacanestro in carrozzina è uno degli sport più popolari per gli atleti con disabilità fisica agli arti inferiori. Nella mia tesi, mi sono proposta di analizzare, da un lato, le relazioni tra le caratteristiche antropometriche e di composizione corporea con la prestazione di 52 giovani giocatori (età media 18 anni) delle società di Verona, Vicenza, Padova, Bologna, Cantù, Firenze e Giulianova Marche; dall’altro, dato che in letteratura non sono presenti studi inerenti il settore giovanile della pallacanestro in carrozzina, di indagare l’adeguatezza dell’attuale sistema di classificazione adottato nel campionato italiano giovanile.
Come si è svolta la ricerca?
Ho raccolto per ogni giocatore dati per la valutazione antropometrica (ampiezze, circonferenze e lunghezze di segmenti corporei), per la valutazione della composizione corporea (percentuale della massa grassa) e per la valutazione della prestazione, effettuata attraverso l’analisi di referti di gioco di tutte le partite di campionato e una batteria di sette test motori che hanno permesso di valutare abilità come velocità, resistenza, passaggio e tiro a canestro.
L’analisi di questi dati?
Rileva una relazione significativa tra una particolare misura antropometrica, la massima presa verticale, ovvero l’altezza del soggetto da seduto sulla carrozzina da gioco con le braccia estese verso l’alto e i valori della prestazione sportiva, in particolare velocità, resistenza e tiro.
Rispetto all’analisi dell’attuale sistema di classificazione adottato nel campionato italiano giovanile, che cosa è emerso?
Partendo dal presupposto che i criteri di classificazione nello sport adattato hanno l’obiettivo di assicurare competizioni eque ed equilibrate: vittoria o sconfitta dovrebbero dipendere dall’allenamento, dal talento, dalla motivazione e dalle abilità dei singoli giocatori e non dalla classe funzionale attribuita loro dai classificatori, ho riscontrato che i criteri attualmente adottati non minimizzano l’effetto del limite funzionale dato dalla disabilità dei giocatori sulla loro prestazione. Quindi sono necessari ulteriori ricerche per identificarne di nuovi al fine di garantire lo svolgimento di competizioni eque ed equilibrate.
26.05.2015