“Oltre il limite. L’umano impulso al superamento”. Questo il titolo della conferenza- reading tenuta domenica 16 marzo, alle 18, a palazzo Verità Poeta da Tommaso Dalla Massara, docente di Diritto romano e Diritti dell’antichità all’università di Verona. Un percorso tra letteratura, diritto e arte per indagare il concetto di limite e le conseguenze del suo superamento dalle origini ad oggi. Il tutto intramezzato dalle letture dell’attrice Daria Anfelli.
Diritto e linea. Il termine “diritto” racchiude in sé il concetto di linea e del suo superamento. “Si consideri l’etimologia più banale del vocabolo – ha esordito Dalla Massara – Dal latino medievale “directum”, diritto significa appunto dritto, indica la dirittura di una linea. Nell’antica Roma il corrispettivo era “ius”, termine che in origine doveva probabilmente indicare il brodo, pietanza da condividere. Da qui, poi, la “giurisprudenza” propria delle lingue delle lingue neolatine”. Diritto, pertanto, come rappresentazione di un segmento che traccia il confine di uno spazio, inizialmente fisico, poi normativo, il cui superamento comporta una pena.
La linea nel corso del tempo. Se, dunque, il paradigma della linea è interno al diritto “esiste un paradigma dei paradigmi – ha continuato Dalla Massara – ossia l’immagine primordiale dell’aratro che solca il terreno. La violenza impressa sulla terra genera la sussistenza per l’uomo, genera la vita per la civitas”. La fondazione stessa di Roma avviene tramite la definizione di quattro segmenti sul suolo, all’interno dei quali vige un sistema di regole ben definito così come i confini tracciati. Tali confini sono insuperabili. Nonostante ciò, Remo osò varcare la soglia, che separava il suo regno da quello del fratello, nel momento della nascita dell’urbs e proprio per questo motivo venne ucciso. “Il fratricidio non contamina la città – ha spiegato il docente – ma la rende pulita e rappresenta con chiarezza la punizione per chi intenda superare il confine. Questo compare non solo nella tradizione romana con Romolo e Remo, ma anche in quella ebraica con Caino e Abele”. Dall’antichità a Kubrick, passando per Kafka, Schmitt, Kandinsky, Defoe, Dostoevskij, Malevic, Cassola ed Ellis, Tommaso Dalla Massara ha illustrato un percorso semantico della linea. Una linea che traccia il confine tra il lecito e l’illecito, tra il legale e l’illegale, tra l’ordinario e l’extraordinario. Il tutto fino alla contemporaneità, momento in cui sparisce ogni limite. “La linea esplode – ha concluso Dalla Massara – lasciando spazio a gocce e punti, come in Pollock, e giungendo così alla complessità totale che genera un senso di disorientamento”.
19.03.2014