Linda Avesani del dipartimento di Biotecnologie, coordinerà il progetto “Nuove strategie di immuno-modulazione per la prevenzione di malattie autoimmuni”. Finanziato con 800mila euro dal ministero dell’Università e della ricerca, il progetto partirà a marzo e durerà tre anni. L’obiettivo sarà quello di identificare nuove molecole per la prevenzione e la diagnosi precoce di tre malattie autoimmuni: il diabete autoimmune che colpisce principalmente i bambini, l’artrite reumatoide e la sindrome di Sjogren.
Il team del progetto. Nel progetto saranno coinvolte tre unità di ricerca, una del dipartimento di Scienze endocrine e metaboliche dell’università di Perugia coordinata da Elena Bartoloni e le altre del dipartimento di Medicina interna, coordinata da Elisa Tinazzi e del dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo scaligero, quest’ultima con il ruolo di coordinatore.
Un premio per l’originalità. La novità del progetto consiste nell’utilizzo di un virus delle piante come sistema per l’espressione delle molecole di interesse identificate. Nel corso dei tre anni le molecole prodotte in pianta verranno sperimentate sugli animali per verificare la loro efficacia e per la realizzazione di prototipi di kit diagnostici. Se il sistema funzionerà, dovrebbe poi partire la sperimentazione sull’uomo per verificare l’efficacia di un eventuale vaccino. “Tale sistema – spiega Avesani – già utilizzato a livello sperimentale per la produzione di altre molecole di interesse terapeutico, si basa sulla modificazione genetica di un virus vegetale per ottenere un virus che espone sulla sua superficie le molecole di interesse terapeutico identificate nel corso del progetto. Tali virus modificati saranno utilizzati per infettare piante di tabacco, in questo modo le piante infette saranno bireattori delle molecole e potranno essere utilizzate per la sperimentazione su animali e per la preparazione di kit diagnostici.”