L’11 settembre del 2011, alle 14:49 ero appena rientrato, dopo pranzo, nel mio studio a Borgo Roma. Si tratta di una di quelle date che non si dimenticano e penso che chiunque ricordi perfettamente cosa stava facendo in quel momento. Fu un collega francese, in quei mesi a Verona per un periodo di ricerca, a piombare nel mio studio avvertendomi dell’accaduto. Seguimmo i primi avvenimenti su internet fino a che le immagini e le informazioni in rete diventarono più difficili da ottenere a causa del sovraccarico della rete informatica sulla costa Est degli Usa.
La natura policentrica della rete. Nonostante questo, riuscii ugualmente a contattare amici e colleghi di università a New York, a dimostrazione che la natura policentrica della rete è la base stessa della sua robustezza, anche in caso di eventi catastrofici come l’attacco avvenuto l’11 settembre 2001. Nonostante molti ISP come AT&T, Genuity, Verizon, and WorldCom avessero subito un pesante rallentamento a causa della distruzione delle due torri nelle quali vi erano centri di servizio e sotto le quali passavano dorsali importanti, la struttura policentrica della rete ha permesso comunque un, a volte lento, accesso alle informazioni ed ai contatti, dimostrandosi lo strumento più affidabile per garantire connettività in caso di disastro.
La protezione dal cyber- terrorismo. Non è un caso infatti che, forse proprio a causa di quell’evento catastrofico, emerga come una esigenza fondamentale la protezione della rete da una nuova forma di terrorismo, il cyber-terrorismo, che non richiede kamikaze ma che può essere potenzialmente catastrofico se si pensa a quanto della nostra vita e della nostra sicurezza dipende da questa straordinaria via di comunicazione.
di Roberto Giacobazzi