Giorgione da Castelfranco, a detta di D'Annunzio un mito più che un uomo. Personaggio sfuggente e misterioso, per alcuni era un genio, per altri un fantasma. A darcene un ritratto completo sono stati Enrico Maria Dal Pozzolo, docente di Metodologia della ricerca storico-artistica e di Museologia e storia dell'arte veneta all'università di Verona e Antonello Bellucco, regista del film "Giorgione da Castelfranco – sulle tracce del genio" . A coordinare gli interventi Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia del cinema all'università di Verona.
Il mistero di un artista, la grandezza di un uomo. Come ha più volte sottolineato Dal Pozzolo "di Giorgione non si sa quasi nulla. La sua figura leggendaria, nonostante la grande popolarità di cui godeva quando era in vita, è tra le più enigmatiche della storia della pittura". Il motivo di questo alone di mistero che circonda l'artista è in parte dovuto all'usanza di non firmare le sue opere. In parte si deve invece alla sua esistenza sfuggente, al suo continuo peregrinare da un posto all'altro, al suo amore per la solitudine. "Le opere più antiche del pittore arrivano a noi come brandelli di una storia lontanissima che è quasi impossibile ricostituire in termini oggettivi" ha spiegato Dal Pozzolo. Di lui si possono mettere insieme alcune voci, qualche racconto orale, rare testimonianze cartacee. Sull'artista trevigiano una cosa è certa: la grandezza del suo animo gli ha sicuramente valso il soprannome di Giorgione, dovuto non solo alle fattezze della sua figura.
"Giorgione da Castelfranco – sulle tracce del genio". Sulla vicenda dell'artista esistono alcuni documenti che testimonierebbero il desiderio di Isabella d'Este di possedere un quadro di Giorgione intitolato "La nocte". A tale scopo la duchessa avrebbe incaricato un suo emissario, Taddeo Albano, di verificare l'esistenza di questa opera e in caso di recuperarla. É su questa vicenda che si struttura la docu-fiction di Bellucco "Giorgione da Castelfranco – sulle tracce del genio". Proposta nel corso dell'incontro, la fiction narra la lunga ricerca fatta da Taddeo che guida lo spettatore attraverso le tappe della vita di Giorgione restituendo allo stesso tempo le atmosfere dei suoi dipinti. Il suo viaggio si concluderà con la scoperta della morte dell’artista a causa della peste, vera protagonista del misterioso quadro mai ritrovato. Il documento è costituito dalla voce narrante fuori campo, che introduce alla situazione storica e culturale dell’epoca, e dalle interviste fatte a importanti studiosi e critici dell’opera giorgionesca tra cui Lionello Puppi e Dal Pozzolo. "È stato difficile trovare il punto di equilibrio tra la parte che parla all'emozione, la fiction, e quella che parla alla ragione, il documentario?" ha chiesto Beltrame a Bellucco. "No perché i documenti sono stati inseriti nei punti cardine della vicenda, spiegando cose dette prima o accadute subito dopo. La voce narrante mi ha invece aiutato a chiudere un capitolo e aprirne un altro. Forse è un pò troppo scolastico, ma lo reputo un intervento necessario" ha concluso il regista.