Domenico Girelli, direttore del dipartimento di Medicina Univr e docente di Medicina Interna, è stato eletto presidente di Bioiron, la Società scientifica internazionale per lo studio del ferro in biologia e medicina. Un incarico prestigioso che conferma la sua leadership nella ricerca medica a livello mondiale.
La nomina è avvenuta a Montreal, nel corso del recente congresso globale della società, dove Girelli ha avuto la meglio in un ballottaggio di alto profilo su due colleghi provenienti da Harvard e dall’Università cinese di Zhejiang. Come ulteriore riconoscimento, la città di Verona è stata designata come sede dell’undicesima edizione del congresso internazionale Bioiron, che si terrà nel 2027. Una scelta che valorizza il lavoro svolto all’Università di Verona e all’Azienda ospedaliera universitaria integrata, dove Girelli dirige anche l’Unità operativa complessa di Medicina d’urgenza e il Centro di riferimento europeo per le malattie del metabolismo del ferro, certificato dalla rete European reference network.
Durante il congresso, Girelli ha presentato una relazione sulle patologie da sovraccarico di ferro, come l’emocromatosi, illustrando le gravi conseguenze cliniche legate a uno squilibrio del bilancio marziale. Il ferro è un elemento cruciale per la vita: regola il trasporto dell’ossigeno nel sangue ed è fondamentale per numerose reazioni enzimatiche. L’organismo umano ne contiene circa quattro grammi, la cui regolazione è affidata all’epcidina, un ormone scoperto recentemente, paragonabile all’insulina per il controllo fine che esercita, in questo caso, sulla quantità di ferro disponibile.
Quando il ferro è troppo scarso, può insorgere l’anemia sideropenica, una condizione che affligge quasi due miliardi di persone nel mondo, soprattutto donne in età fertile e bambini, con un impatto globale su salute pubblica e sviluppo neurocognitivo. Al contrario, un eccesso di ferro può determinare patologie gravi come cirrosi, cancro del fegato, diabete, artrite e scompensi cardiaci, in particolare nei casi in cui vi siano alterazioni genetiche o disfunzioni nella produzione di epcidina. Inoltre, anomalie qualitative del ferro giocano un ruolo in numerose malattie comuni, comprese quelle infiammatorie, infettive, renali e cardiovascolari.
Il congresso ha anche messo in luce l’impegno della ricerca veronese, grazie agli interventi del gruppo coordinato da Girelli. Chiara Stranieri ha presentato un metodo innovativo per misurare il ferro libero nel sangue, potenzialmente associato alla formazione di radicali liberi dell’ossigeno. La dottoranda Misha Fatima ha invece illustrato uno studio sulla correlazione tra metabolismo del ferro e risposta alla vaccinazione anti-Covid-19, condotto con il sostegno della fondazione Cariverona.
Il team di Girelli unisce la ricerca clinica all’assistenza diretta ai pazienti, molti dei quali provenienti anche da fuori regione. Ne fanno parte medici come Fabiana Busti, Alice Vianello, Claudia Bozzini e Giacomo Marchi. Il laboratorio di ricerca, guidato da Annalisa Castagna, è animato da un gruppo internazionale di biologi, alcuni dei quali arrivati da Brasile e Iran, attratti dalla qualità delle attività scientifiche e dalla possibilità di formarsi in un contesto altamente specializzato.
Fonte: Aoui Verona Stampa