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Premiati i migliori progetti per combattere la Sclerosi multipla progressiva

Team veronese, unico in Italia, tra i 22 progetti mondiali vincitori

di univr
12 Settembre 2014
in Ricerca e innovazione

Scoprire le cause della Sclerosi multipla progressiva. Una sfida lanciata a livello mondiale dalla Progressive MS Alliance che giovedì 11 settembre, a Boston all'interno del congresso mondiale sulla Sclerosi multipla, ha premiato i 22 migliori progetti di ricerca focalizzati a scoprirne le cause con un bando internazionale di 1.125.000 euro pubblicato nel 2013. Tra questi, unico progetto italiano a essere premiato tra gli oltre 200 arrivati da tutto il mondo, il lavoro del team scaligero coordinato da Massimiliano Calabrese, neurologo della sezione di Neurologia dell’università di Verona, dal titolo “Can the degree of meningeal inflammation and cortical pathology be used to stratify early progressive Ms patients?” – “Il grado di infiammazione meningea e il danno corticale può essere utilizzato per definire il rischio dei pazienti di entrare nella fase progressiva della malattia?”

Il team è composto da Salvatore Monaco, direttore della Clinica neurologica dell’università di Verona, Maria Donata Benedetti, responsabile del Centro sclerosi multipla e da Alberto Gajofatto, ricercatore di Neurologia. Il team scaligero lavora in collaborazione con l’Istituto superiore sanità, in particolare con la dottoressa Roberta Magliozzi e il dottor Francesco Facchiano e con il reparto di Neuropatologia dell’Imperial College di Londra diretto dal professor Richard Reynolds.

La Sclerosi multipla progressiva è una forma di Sclerosi multipla (Sm) cronica che induce a graduale e grave disabilità e può rendere il malato incapace di vedere, muoversi, ragionare, lavorare, condurre una vita indipendente, anche in pochi anni. Secondo i dati forniti dalla Progressive Ms Alliance, degli oltre 2,3 milioni di soggetti nel mondo che convivono con la Sm, oltre 1 milione ha la forma progressiva. Una condizione che solo in Italia conta oltre 80.000 malati. La maggior parte delle terapie finora utilizzate per la cura della Sm sono focalizzate e hanno efficacia per la forma recidivante-remittente e permettono di controllare gli eventi acuti iniziali della malattia. Non esistono invece ancora trattamenti adeguati per il decorso progressivo.

La ricerca veronese mira a individuare precocemente quali sono i pazienti colpiti da Sm che sono destinati a entrare rapidamente nella fase progressiva della malattia, un momento critico per il paziente che determina la perdita di efficacia delle terapie e un conseguente accumulo di disabilità che non si riesce ad arrestare. A oggi, infatti, è possibile diagnosticare questa fase della malattia quando si è già manifestata o, al massimo, immediatamente prima che si manifesti, e comunque quando ormai è spesso troppo tardi per intervenire. Per questo risulta determinante riuscire a comprendere il prima possibile quali siano i pazienti che hanno una maggiore probabilità di evolvere velocemente verso la fase progressiva, così da poterli indirizzare, sin dall’inizio, alle terapie più efficaci tra quelle disponibili.

“Nei prossimi mesi di lavoro che ci vengono garantiti grazie a questo importante finanziamento – spiega Calabrese – eseguiremo diagnosi su due gruppi di pazienti: circa  80 con Sclerosi multipla e 40 pazienti che si rivolgono al nostro centro, ma che dopo l’iter diagnostico si rivelano colpiti da malattie diverse dalla Sm. Su ciascuno di loro eseguiremo una valutazione clinica neurologica, una risonanza magnetica cerebrale ad alto campo molto avanzata e innovativa che abbiamo messo a punto noi e, a seguire, un approfondito esame del liquor cerebro-spinale che verrà fatto in collaborazione con la dottoressa Roberta Magliozzi e il dottor Francesco Facchiano dell’Istituto superiore di sanità”. Una tecnologia avanzatissima sia dal punto di vista dell’imaging che dell’analisi liquorale che servirà non solo per fare diagnosi, ma anche per prevedere il decorso futuro della malattia. Ovvero, se ha o meno la Sm, ma anche se esistono già quei danni a carico della sostanza grigia che fanno sospettare di essere di fronte ad una forma più aggressiva della malattia e quindi con maggiore probabilità di evolvere rapidamente alla forma progressiva. “Il nostro obiettivo – continua Calabrese – è quello di valutare, in fase diagnostica e quindi molto precocemente, alcuni marcatori radiologici e liquorali a carico della sostanza grigia corticale e profonda al fine di definire meglio il rischio del paziente di evolvere verso la fase progressiva.  Avremo quindi tre gruppi di pazienti: quelli con danno corticale e quindi a maggiori rischio di entrare nella fase progressiva della Sm, quelli a basso rischio e quelli che non sono affetti da Sm”.

In futuro potremmo quindi essere in grado di sottoporre il paziente a un trattamento davvero personalizzato basato su una analisi del rischio di progressione, con importanti e indubbi risvolti clinici per il paziente ma anche economici per il Sistema sanitario nazionale. Valore aggiunto dello studio è l’interdisciplinarità. “Per la prima volta – continua Calabrese – il nostro team di ricerca è composto da esperti che provengono dalle tre grandi aree scientifiche che oggi si occupano di Sm: l’immunologo/neuropatologo che si occupa dell’analisi liquor cerebro-spinale e che cerca i markers che indicano se la sostanza grigia corticale è danneggiata; l’esperto di neuro-immagini che si occupa di eseguire un’avanzatissima risonanza magnetica e il clinico che si occupa direttamente della cura dei pazienti e ne valuta l’accumulo di disabilità.

L'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) è tra i principali attori della Progressive Ms Alliance, un’iniziativa senza precedenti che collega le risorse e gli esperti di tutto il mondo per trovare risposte e soluzioni che pongano fine alla sclerosi multipla progressiva. L'obiettivo dell'alleanza è quello di accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti per la sclerosi multipla progressiva finanziando la ricerca migliore, ovunque essa esista. L'alleanza è condotta con una gestione delle Associazioni Sclerosi Multipla negli Stati Uniti, Canada, Italia, Australia e Regno Unito, dalla Federazione Internazionale Sm e da altri organismi quali le associazioni per la Sm di Danimarca e Spagna.

Roberta Dini

12.09.2014

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