Una tesi di laurea discussa con il proprio bambino tra le braccia ha conquistato le cronache locali e nazionali nei giorni scorsi. Protagonista, Alice Boselli, neolaureata all’Università di Verona, che ha voluto condividere questo momento speciale con il figlio piccolo. Un gesto simbolico e potente che ha acceso i riflettori su una realtà tutt’altro che rara: ogni anno, numerosi studenti e studentesse portano avanti il proprio percorso universitario mentre crescono figli piccoli.
L’Università di Verona dimostra da anni una sensibilità concreta verso le esigenze di chi studia e lavora mentre è genitore. Un esempio su tutti è il Baby Ateneo, il nido d’infanzia dell’università, attivo dal 2006 grazie all’impegno del Comitato unico di garanzia e oggi gestito dalla cooperativa sociale “L’Infanzia”. Situato in via dell’Artigliere 1, di fronte a Palazzo Giuliari, accoglie fino a 21 bambini tra i 3 mesi e i 3 anni, figli di dipendenti e studenti dell’Ateneo. Attualmente, sono 10 i bambini figli di studentesse e studenti iscritti. La struttura non è solo un servizio di custodia, ma un vero e proprio ambiente educativo pensato come “contesto di apprendimento”, dove l’autonomia e la scoperta vengono incoraggiate attraverso giochi e spazi su misura, seguiti da educatrici qualificate sotto la supervisione scientifica dei docenti dei corsi in Scienze dell’educazione e Scienze pedagogiche.
Nel 2019 è stata inaugurata una sala allattamento a Palazzo Giuliari, un ambiente tranquillo e attrezzato per accogliere le mamme che allattano o hanno bisogno di accudire i neonati. È prevista anche la presenza di un accompagnatore che può attendere il rientro della madre insieme al bambino. Inoltre, in diversi edifici universitari sono stati installati fasciatoi per facilitare la gestione quotidiana della genitorialità: al palazzo ex Economia, al palazzo di Lettere e alla piramide di Ca’ Vignal.
Dal punto di vista economico, l’ateneo ha introdotto misure concrete: per gli studenti “neogenitori”, il contributo fisso annuo è ridotto a 50 euro, indipendentemente dall’Isee. È inoltre possibile presentare domanda per la sospensione degli studi, una pausa temporanea della carriera universitaria concessa in occasione della nascita di un figlio.
Oltre alle misure istituzionali, a fare la differenza sono anche l’umanità e la disponibilità dei docenti. Come racconta Maria Clara Rossi, docente di Storia del Cristianesimo “L’esperienza recente vissuta in una commissione di laurea della magistrale di Scienze Storiche del dipartimento Culture e Civiltà, che ha avuto molto risalto sui media locali e nazionali, mi ha sollecitato a fare una riflessione sul ruolo che come ‘singoli docenti’ possiamo avere nel facilitare il percorso dei genitori che, pur lavorando, desiderano contemporaneamente studiare.
L’ateneo certamente fa e farà la sua parte: ma come docenti cosa possiamo fare? Posso solo raccontare cosa facciamo quasi quotidianamente, sia per guidare le nostre laureande e laureandi nel percorso di tesi, sia per consentire loro di superare al meglio gli esami, pur essendo genitori e lavoratori al contempo. Uno degli strumenti è, per esempio, quello di rendere più ‘elastici’ gli orari del ricevimento perché talvolta possono coincidere con quelli della vita familiare. In secondo luogo, con l’autorizzazione del presidente dei collegi didattici, offriamo la possibilità di seguire una parte dell’attività didattica a distanza; infine utilizziamo la strategia di correggere insieme on line dei capitoli di tesi e/o degli elaborati previsti dall’insegnamento. Queste modalità non fanno venir meno il rapporto stretto con il e la docente, ma aiutano a rendere possibile la vita da studente con quella di genitore”.
“Possiamo dire che questo è un bell’esempio di come l’ateneo scaligero sia costantemente impegnato a tradurre i propri valori in azioni concrete e quotidiane – dichiara il Comitato unico di Garanzia Univr –. Garantire il diritto allo studio non rimane un ideale astratto, ma implica il confrontarsi con le persone e la loro vita reale: essere genitore mentre si studia non costituisce un ostacolo se c’è un’organizzazione flessibile e inclusiva. E in questo crediamo che l’Università di Verona rappresenti un modello virtuoso.”
SM