È Luca Minafra, biotecnologo classe 1998, il vincitore della prima edizione della borsa di ricerca intitolata alla memoria di Elisa Scali, paziente in cura a Verona scomparsa nel gennaio 2024 per un tumore al pancreas, a 10 mesi dalla diagnosi. Alla sua memoria la Fimp, Fondazione Italiana per la ricerca sulle malattie del Pancreas, grazie al supporto di famigliari, amici e conoscenti, ha voluto dedicare una borsa a sostegno della ricerca contro i tumori del pancreas.
Il progetto contro la neoplasia del giovane ricercatore è stato presentato il 20 giugno, al Polo Zanotto, da Michele Milella, docente di Oncologia medica, Aldo Scarpa, docente di Anatomia patologica e presidente Fimp, Maria Novella Luciani del cda Fimp e dirigente ministero dell’Economia e delle finanze. L’appuntamento è stato organizzato nell’ambito del congresso nazionale del gruppo di ricerca in psicosomatica, evento scientifico coordinato per l’università di Verona da Michela Rimondini, docente di Psicologia clinica.
Il progetto di ricerca. Il ricercatore Luca Minafra, laureato in Molecular and Medical Biotechnology all’università di Verona, grazie a un finanziamento di 30 mila euro lavorerà a un progetto che riguarda la sistematizzazione dei dati di genomica di oltre 1000 pazienti affetti da tumore del pancreas, alla ricerca di nuovi biomarcatori, nuovi bersagli e strategie terapeutiche. “È un grande onore per me ricevere questo riconoscimento che mi consentirà di proseguire la ricerca a cui sto lavorando” ha affermato Minafra. “I dati, di natura clinica, molecolare e terapeutica, su cui si concentrerà la prima fase del mio lavoro sono attualmente frammentati. Mi occuperò di raccoglierli dai reparti di oncologia e di anatomia patologica e unirli in un unico database per velocizzare la ricerca”.
“Elisa – ha spiegato Michele Milella – ci insegna che l’esempio delle persone può portare a traguardi importanti, come quello ambizioso che abbiamo con Fimp, per avere più dati sulla genomica. L’analisi estensiva del corredo di mutazioni del tumore ci aiuta ad inquadrare il paziente molto meglio di come potevamo fare una volta. Due pazienti che dal punto di vista clinica sembrano identici possono nascondere meccanismi e processi differenti su cui possiamo oggi agire in maniera personalizzata. Inoltre, l’arma più potente che i test genomici ci mettono in mano è la capacità di prevedere i risvolti e il decorso della malattia, fondamentale in una fase in cui non abbiamo ancora farmaci super efficaci.”
“Grazie a questa borsa di studio il nostro giovane ricercatore sarà impegnato a mettere insieme tutti i dati che sono stati raccolti su migliaia di casi registrati a Verona, centro di riferimento nazionale per le malattie del pancreas. Ci aspettiamo dall’analisi di questi dati di migliorare ulteriormente le possibilità di diagnosi e di cura dei pazienti affetti da questa malattia.” – ha aggiunto Aldo Scarpa – “La ricerca di oggi è la cura di domani. Non esiste un altro modo di pensare al progresso in ambito medico. Se il cancro del pancreas era considerata una disperata fino ad alcuni anni fa, oggi possiamo controllare abbastanza bene almeno una parte di casi e in una piccola percentuale abbiamo gli strumenti per affrontarli al meglio.”
“La ricerca è molto veloce – ha dichiarato Maria Novella Luciani – e sta dando grandi risultati. Se c’è una cosa che Elisa ci ha insegnato è di affidarci al Sistema sanitario nazionale, una ricchezza per il nostro territorio. Per questo, le professioniste e i professionisti che lavorano in questo sistema devono essere supportati, anche attraverso borse di ricerca come questa. Dare un contributo a una fondazione che, come Fimp fa ricerca significa partecipare alla risoluzione di problemi di altri pazienti e alla crescita del Paese. In questo momento la mia professione mi vede impegnata al Ministero dell’Economia e posso affermare che non c’è economia senza salute: la salute non è una spesa, ma un investimento. Spero che Per Elisa sia un esempio per la nascita di nuove borse, che possano dare la possibilità alle nostre e ai nostri giovani di percorrere un pezzo di conoscenza scientifica e carriera professionale”.
“Questo congresso non è stato un momento di aggiornamento e confronto scientifico, ma anche l’occasione per riflettere su questioni etiche nella pratica clinica e sui nuovi approcci all’interazione tra mente e corpo in contesti di cura, tra cui l’ambito oncologico.” – ha concluso poi Michela Rimondini – “Anche per questo abbiamo voluto dedicare un momento all’assegnazione della borsa di ricerca sostenuta da Fimp e ai premi dedicati alla memoria del professor Claudio Bassi, già direttore della sezione di Chirurgia generale e pancreatica di Ateneo e già presidente Fimp, che è stato assegnato al ricercatore Alberto Caruso e alle ricercatrici Silvia Tempia Valenta e Agata Benfante per i migliori contributi scientifici presentati al convegno”.
Fimp
La Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie del Pancreas (Fimp) è un’organizzazione che si dedica alla promozione e al sostegno della ricerca sulle malattie del pancreas. Nata a Verona nel 2005, Fimp promuove la ricerca di base, traslazionale e clinica applicata sulle patologie pancreatiche ed è impegnata da anni nel tentativo di utilizzare informazioni sul genoma del tumore di ogni singolo paziente con neoplasia del pancreas per prevedere il comportamento della malattia e identificare il trattamento migliore.
Malattie del pancreas: Borgo Roma punto di riferimento nazionale
Con l’80% dei pazienti che viene da tutta Italia, Verona si conferma punto di riferimento sulle malattie del pancreas. Patologie tanto complesse e aggressive possono essere affrontate solo con il contributo di molti specialisti. A Borgo Roma sono tutti raccolti in sei unità operative altamente specializzate: Radiologia, Chirurgia del pancreas, Anatomia patologica, Radioterapia, Gastroenterologia e Oncologia. A questo si uniscono le innovazioni nella diagnosi e nella cura, dalla risonanza magnetica 3 Tesla, ai nuovi farmaci con nanotecnologie, radioterapia di precisione e chirurgia di altissima specializzazione. Per questo Verona è il primo centro italiano per numero di interventi secondo i dati della classifica Agenas, con un ruolo altamente specializzato nei processi di diagnosi, cura e ricerca. Dal 2004 il reparto diretto dal professor Roberto Salvia è Centro regionale di riferimento. Conta ogni anno circa 500 resezioni pancreatiche, 10 mila visite ambulatoriali e 1000 prestazioni in Day hospital. Vengono eseguiti sia interventi di radicalità oncologica, ma anche chirurgie più conservative, oltre che interventi in robotica mini-invasiva. L’attività ambulatoriale chirurgica conduce numerosi studi clinici e di laboratorio, attraverso il supporto di ambulatori specializzati per le neoplasie cistiche, neuroendocrine e per la familiarità e genetica oncologica.
Roberta Dini