Domenico Girelli, direttore del dipartimento di Medicina dell’ateneo, è stato eletto prossimo presidente della Società scientifica internazionale per lo studio del ferro in biologia e medicina (BIOIRON), dopo un ballottaggio a tre che includeva anche un docente di Harward e uno dell’università cinese Zhejiang.
L’elezione si è svolta nel corso del congresso che si è tenuto dal 25 al 29 maggio a Montreal, riunendo esperti del settore provenienti da ogni parte del mondo.
Si tratta di un riconoscimento importante per l’ateneo veronese, nonché per l’Azienda ospedaliera universitaria integrata, per la quale Girelli è responsabile della Medicina d’urgenza e del Centro di riferimento per le malattie del metabolismo del ferro, certificato a livello europeo all’interno della rete ERN (European Reference Network).
Il ferro è un elemento essenziale per l’organismo umano, ove serve non solo per il trasporto di ossigeno ai tessuti attraverso l’emoglobina dei globuli rossi del sangue, ma anche come cofattore per numerosi enzimi che svolgono funzioni vitali per tutte le cellule del nostro organismo attraverso la catena respiratoria mitocondriale.
“L’organismo umano contiene normalmente una piccola quantità di ferro (all’incirca 4 grammi), finemente regolata da un ormone scoperto negli ultimi anni e denominato epcidina, che svolge un’azione paragonabile a quella dell’insulina nel controllo della glicemia”, spiega Girelli. “L’organismo umano deve mantenere costante la giusta quantità di ferro, in quanto sia la carenza che l’eccesso di tale elemento possono determinare malattie significative. Da un lato possiamo infatti avere l’anemia da carenza di ferro, che rappresenta la malattia più frequente in assoluto su scala globale, interessando quasi due miliardi di persone al mondo, soprattutto bambini e donne in età fertile nei Paesi in via di sviluppo (ma anche nel mondo occidentale), con conseguenze sull’accrescimento e sullo stato di salute globale della donna con declino delle performances fisiche e cognitive. D’altra parte, le malattie da accumulo di ferro, quali l’emocromatosi genetica ed altre malattie rare che determinano una difettosa produzione dell’epcidina, possono portare a conseguenze molto gravi quali cirrosi epatica, cancro del fegato, diabete, artrite, endocrinopatie, e scompenso cardiaco refrattario. Infine, alterazioni qualitative del ferro giocano un ruolo importante in molte patologie comuni, quali infezioni, malattie infiammatorie, renali e cardiache”.
Durante il meeting di Montreal, Girelli ha svolto una lettura sull’emocromatosi e le altre malattie da sovraccarico marziale. Inoltre, tra gli altri collaboratori, Chiara Stranieri ha presentato un nuovo metodo per la misurazione del ferro libero nel sangue associato alla formazione di radicali liberi dell’ossigeno, e Misha Fatima, dottoranda di nazionalità pachistana, ha presentato i risultati finali di un interessante lavoro sull’influenza del bilancio marziale sulla risposta alla vaccinazione anti COVID-19, finanziato dalla Fondazione Cariverona.
Il gruppo del professor Girelli è composto non solo da medici che svolgono quotidianamente attività ambulatoriale e consulenza per pazienti di provenienza anche extra-regionale (dott.sse Busti, Vianello e Bozzini; dott. Marchi), ma anche dalla dottoressa Annalisa Castagna, responsabile del laboratorio di ricerca e coordinatrice di un gruppo di biologi anche di origine straniera (Brasile, Iran) che chiedono di trascorrere periodi di formazione all’interno del laboratorio stesso. Infine, quale ulteriore riconoscimento, Verona è stata scelta per ospitare l’11° Congresso Internazionale BIOIRON, che si terrà nel 2027.