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Sustainable art prize 2023

Il premio per la sostenibilità torna nell'edizione 2023

di Elisa Innocenti
9 Giugno 2023
in Attualità

“Sustainable Art Prize” è uno dei progetti di ArtVerona a supporto delle tematiche di sostenibilità. Istituito nel 2017 grazie all’accordo con l’Ufficio sostenibilità dell’università Ca’ Foscari di Venezia , il premio si propone di sviluppare esperienze artistiche capaci di affidare alla ricerca visiva contemporanea il compito di sondare e far emergere riflessioni legate agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. “Sustainable Art Prize“, oltre a individuare ogni anno un’opera d’arte ritenuta sostenibile, si propone di coinvolgere attivamente gruppi di studentesse e studenti grazie alle sollecitazioni di esperte/i.

Dal 2022 il premio coinvolge l’università di Verona assieme agli altri atenei veneti e prevede una giuria composta da un rappresentante di ciascun ateneo e da un componente designato da Veronafiere con ArtVerona. 

L’edizione 2023. Il Premio si pone idealmente in continuità con il percorso già avviato dall’università Ca’ Foscari. L’obiettivo rimane pertanto la costruzione di relazioni sempre più strette con il territorio, valorizzando le buone pratiche elaborate in sede Rus – Rete delle università per lo sviluppo sostenibile, alla quale i quattro atenei veneti aderiscono. La finalità principale della Rete è la diffusione della cultura sostenibile all’interno e all’esterno degli atenei incrementando le collaborazioni tra le istituzioni e mettendo a sistema conoscenze e competenze. Nell’ambito del Premio bandito nel 2023, il lavoro collettivo delle studentesse e degli studenti coinvolte/i nel progetto dai quattro atenei sarà ospitato negli spazi dell’università di Verona.

L’importanza dell’impegno delle istituzioni nello sviluppo sostenibile. L’università è luogo di formazione in cui a studentesse e studenti è trasmesso un “sapere” che deve essere in primo luogo “critico”. Non si tratta solo di trasmettere nozioni, ma di far acquisire gli strumenti metodologici che consentano di declinare le conoscenze in termini di competenze. Agli studenti e alle studentesse insegniamo, in altre parole, a comprendere la complessità del mondo reale. La sostenibilità integra e arricchisce la formazione degli studenti consentendo loro di applicare il sapere critico che s’è acquisito in contesti concreti, che subiscono le conseguenze dei cambiamenti climatici. In tale cornice formativa s’inseriscono le attività e azioni che, come Ateneo, proponiamo alla comunità universitaria, in generale, e studentesca, in particolare. Formiamo, cioè, anche futuri cittadini che opereranno in un mondo in continuo cambiamento. E l’arte contribuisce a questo obiettivo: come forma di interpretazione della realtà, essa ne coglie linee evolutive, indaga fratture e crisi sociali, dà voce alle preoccupazioni delle generazioni presenti e future. 

“Avvertiamo, pertanto, la necessità di condividere le buone pratiche di sostenibilità mediante l’arte con associazioni e attori del territorio, come ben testimoniano i nostri rapporti con le altre università del Veneto, Veronafiere e ArtVerona – 

spiega Matteo Nicolini, delegato Rus dell’università di Verona. “Nelle interazioni con tali attori produttivi, le azioni di sostenibilità generano “spazi”, “luoghi” e “reti”. Ciò, evidentemente, anche al fine di insegnare alle giovani generazioni la capacità di rigenerare il paradigma economico ed ambientale e di adeguarlo alle sfide che ci attendono.”

“Come istituzione e come comunità universitaria  – continua Elena Semenzin, delegata alla Sostenibilità e delegata Rus dell’università Ca’ Foscari Venezia – ritengo sia fondamentale impegnarsi concretamente per lo sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 dell’ONU ci ricorda come lo sviluppo sostenibile debba essere necessariamente inclusivo e richieda uno sguardo comune, che coinvolga tutte e tutti, dalle Nazioni fino al singolo cittadino, si parla infatti di ‘Obiettivi comuni’ e per questo ritengo che si debba coinvolgere l’intera comunità nel percorso verso un futuro più sostenibile. Considerando le attuali situazioni di estrema criticità, dal cambiamento climatico alla crisi economica, dalla guerra in Europa all’incertezza alle disuguaglianze sociali, le istituzioni che erogano formazione, e in particolare le università, devono educare e formare studenti e studentesse ad affrontare, gestire e trovare soluzioni per le criticità attuali, definendo e applicando nuovi paradigmi teorici e coinvolgendo l’intera comunità nel percorso verso un futuro più sostenibile. In questo percorso l’Ateneo ha riservato particolare attenzione alla formazione critica delle proprie studentesse e dei propri studenti in tema di sostenibilità; i comportamenti e decisioni future di questi saranno infatti influenzati anche da quanto acquisiscono durante la loro esperienza universitaria. Il ruolo dell’università non può limitarsi a promuovere ed inserire questo paradigma nei curricula dei propri corsi di studio, ma deve contaminare anche le attività di ricerca e aumentare l’impegno intellettuale, emotivo e politico di studenti e studentesse. Oggi più che mai abbiamo la concreta necessità di ripensare i modelli di sviluppo tradizionali a favore di un modello sostenibile in senso socio economico, ambientale e istituzionale, e di sottolineare il ruolo cruciale delle università in questo percorso.” 

“Oggi tutta la nostra vita si relaziona ai temi della sostenibilità e non fa eccezione il percorso universitario nel quale lo studente può essere sollecitato verso comportamenti virtuosi come utente e soprattutto può approfondire gli aspetti della sostenibilità con un approccio di ampio respiro critico. C’è bisogno  – afferma Valeria Tatano, delegata Rus dell’università Iuav di Venezia- – di formare una generazione di giovani, qualunque lavoro decidano di fare, che sappia affrontare questo difficile momento con solidi strumenti conoscitivi, con mente e cuore aperti verso una vita ecologicamente orientata, in equilibrio con la natura, capace anche di modificare le abitudini del genere umano, a partire da quelle dei paesi e delle società più ricche e avanzate. Le università hanno il compito di mettere in crisi un modello volto alla sola crescita economica, e persino di mettere in discussione l’idea di sviluppo ad oltranza. È necessario un processo culturale che indichi a tutti la possibilità e l’importanza di vivere in maniera più equilibrata e sobria, in risposta alla crisi climatica e in coerenza con la necessità di giustizia sociale e ambientale.”

“Le minacce e le sfide da affrontare nel presente e prossimo futuro sono molte  – aggiunge Laura Nota, coordinatrice del Gruppo di lavoro ‘Inclusione e giustizia sociale’ della Rus dell’università di Padova – e le disuguaglianze che stiamo registrando si moltiplicano, con quelle economiche e sociali che invadono ogni interstizio del tessuto di vita comunitaria, impoverendo tutto ciò ‘che toccano’. Si percepisce una realtà sempre più complessa, imprevedibile, intrisa di barriere frutto di fattori spesso poco evidenti e visibili, che hanno il potere di soffocare il pensiero, la riflessione, la voglia e l’energia di agire. Non possiamo stare a guardare e in primis le università devono darsi da fare per aiutare a fare luce su quanto sta accadendo, sulle ingiustizie e iniquità, sulle trappole frapposte fra le persone e la dignità, per liberare nuove energie e promuovere la costruzione di vie originali, intrise di inclusione, sostenibilità, giustizia sociale e ambientale. Ciò richiede tante risorse ed energie, c’è bisogno di approcci interdisciplinari e transdisciplinari, collaborazioni generose, eterogenee e ricche, e le università e le collaborazioni fra le università, come quelle che si realizzano nell’ambito della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus), sono fondamentali, possono fare da apripista, coinvolgere il territorio, le intere comunità in tali progetti generativi. “

Legare le pratiche e i linguaggi artistici allo sviluppo consapevole. “Il termine sostenibilità sta finalmente entrando sempre di più nelle nostre vite con sana prepotenza, è un tema che riguarda la quotidianità. Il mondo sta chiedendo rispetto in tutti i modi ed è arrivato il momento di ascoltarlo. Lo scopo della nostra generazione è proprio questo, uno dei canali è certamente l’arte che ci invita a momenti intimi di riflessione su noi stessi e su ciò che ci circonda. – concludono Chiara Antonioli e Nicolò Olivieri, componenti Rus dell’università di Verona – l’occasione del Sustainable Art Prize è sicuramente uno di questi dove Artiste\i trasmettono la loro prospettiva sul tema, invitando studentesse\studenti prima e fruitrici\fruitori dell’esposizione poi, a riflettere sull’argomento.”

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