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Istituto regina Elena e università di Verona: arruolato il primo paziente della sperimentazione “Orientate”

Al via la sperimentazione della decitabina contro il cancro del pancreas in fase avanzata e resistente alle terapie

di Roberta Dini
25 Maggio 2022
in Ricerca e innovazione

È stato arruolato a Verona il primo paziente per lo studio “Orientate”, la sperimentazione clinica che esplorerà il “riposizionamento” – o utilizzo alternativo – del farmaco decitabina contro l’adenocarcinoma duttale pancreatico (Pdac), comunemente indicato come cancro del pancreas, in fase avanzata e resistente alle terapie. Lo studio clinico nasce da due ricercatori, Luca Cardone del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’Istituto nazionale tumori regina Elena (Ire) – Irccs di Roma, promotore dello studio, e Michele Milella, professore di Oncologia dell’università di Verona e direttore dell’Uoc di Oncologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui) di Verona – già oncologo all’Ire – in qualità di coordinatore clinico.  

Il cancro del pancreas è un tipo di cancro estremamente aggressivo con prognosi infausta. La maggior parte dei pazienti con questo tipo di tumore presenta una malattia metastatica avanzata al momento della diagnosi. La prognosi sfavorevole è legata al fatto che le poche opzioni terapeutiche a disposizione hanno un’ efficacia fortemente limitata dalla resistenza dei tumori ai trattamenti farmacologici.

In quasi tutti i Pdac sono presenti mutazioni del gene Kras che stimolano le cellule pancreatiche a crescere in modo incontrollato, favorendo lo sviluppo e la progressione del tumore. Tuttavia, la mutazione del gene Kras, oltre ad essere responsabile della malattia, ne può rappresentare anche una sua vulnerabilità. Infatti, una parte dei tumori avanzati rimane dipendente da questo per crescere. Questi tumori possono essere identificati e selezionati mediante una diagnostica innovativa e la ricerca ha già dimostrato in vari modelli pre-clinici che i tumori Kras-dipendenti sono sensibili all’azione di un noto farmaco, la decitabina già approvato in passato dall’American Food & Drug Administration (Fda) per il trattamento della mielodisplasia e della leucemia mieloide acuta (Lma)

Lo studio “Orientate”, o “Tailored drug repurposing of decitabine in KRAS-dependent refractory pancreatic cancer”, è in fase II ed indagherà l’attività della decitabina su pazienti con Pdac Kras-dipendente avanzato e resistenti alle terapie. Il primo paziente dello studio è stato arruolato oggi a Verona. Lo studio multicentrico coinvolgerà, oltre all’Istituto nazionale tumori regina Elena e all’Azienda ospedaliera integrata di Verona, importanti centri oncologici italiani quali il Policlinico universitario A. Gemelli di Roma, l’Istituto nazionale tumori “Fondazione G. Pascale” di Napoli, l’Ospedale San Raffaele/università vita salute di Milano, e l’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa.

L’Anticancer Fund finanzia la ricerca con un importo che sfiora i 225.000 euro. Lo studio è supportato anche dall’Associazione nastro viola.

“Questo è un approccio molto innovativo al trattamento del cancro del pancreas. Non esistono farmaci per colpire le mutazioni che attivano Kras nel cancro del pancreas, quindi qui la decitabina lo farà indirettamente. Inoltre, i ricercatori selezioneranno i tumori che presentano questo specifico biomarcatore di risposta alla decitabina, utilizzando un approccio personalizzato basato sulla profilazione trascrittomica”, afferma la professoressa Ilse Rooman, direttrice del programma di ricerca sul tumore del pancreas all’Anticancer Fund.

Anticancer Fund ha infatti deciso di sostenere questo studio in quanto si occupa di una esigenza terapeutica impellente in oncologia: i pazienti con cancro del pancreas hanno poche opzioni per il trattamento oggi ed è urgente una ricerca specifica. Inoltre, poiché la decitabina è un farmaco “riutilizzato”, gli investimenti necessari per implementare questa strategia di trattamento sono limitati e i pazienti selezionati ed eleggibili avranno un facile accesso a questo trattamento.

“C’è un’enorme necessità di migliorare la prognosi dei malati di cancro al pancreas attraverso terapie efficienti e personalizzate – aggiunge Luca Cardone, Scientific Principal Investigator – siamo grati per il contributo dell’Anticancer Fund e di Nastro viola a sostegno dello studio “Orientate”, il primo studio di riutilizzo di farmaci personalizzato guidato da biomarcatori in pazienti con carcinoma pancreatico avanzato.  Si tratta di una sperimentazione innovativa per questa patologia, frutto di diversi anni di ricerca oncologica biocomputazionale e sperimentale”.

“Questo studio – concorda Michele Milella, Clinical Principal Investigator – aggiunge un’altra importante possibilità di trattamento per i pazienti con Pdac avanzato e si basa sull’esperienza di profilazione genomica nel Pdac avanzato effettuata a Verona dal Centro di ricerca Arc-Net in collaborazione con il Consorzio internazionale del genoma del cancro (International Cancer Genome Consortium – Icgc). Le vulnerabilità genomiche identificano potenziali trattamenti in circa il 25-30% dei pazienti con Pdac e speriamo che i test trascrittomici per la dipendenza da Kras aggiungano un’altra opzione per questi pazienti, grazie allo sforzo e al supporto che l’Acf ha messo in questo studio!”.

Ulteriori dettagli sullo studio al link

Contributo ufficio stampa Ifo Roma

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