Si è tenuta lunedì 28 ottobre la conferenza “I valori culturali a tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico”, il secondo appuntamento del ciclo tematico “Valori e conflitti del vivere civile: per un orizzonte si speranza”, organizzato dal Collegio universitario Don Nicola Mazza. Relatore d'eccezione Salvatore Settis, ordinario di Archeologia classica alla Scuola normale di Pisa, con un eccezionale approfondimento inerente alla salvaguardia dei beni culturali nel panorama italiano. A coordinare l’incontro Loredana Olivato, ordinario di Storia dell’arte nell’ateneo scaligero. Al suo fianco le dottoresse Paola Artoni e Sandra Rossi.
La tutela del patrimonio culturale: un diritto costituzionale da difendere. "Il nostro Paese registra un consumo del suolo pari all’8,1% annuo contro una media europea del 4%».Queste le parole con cui Salvatore Settis ha aperto il suo intervento. "Ogni secondo 8 metri quadrati di superficie sono soggetti a una dissennata cementificazione a scapito delle funzioni ecologiche e agrarie". Una situazione allarmante quella descritta non solo per le conseguenze ambientali, quanto per i caratteri anticostituzionali che l’amministrano. Settis ha ripercorso la storia dell’Italia citando le normative più significative in materia di tutela dei beni culturali. Fil rouge dal Settecento ad oggi il concetto di patrimonio artistico – paesaggistico come publica utilitas. Oggetto di analisi sono stati gli articoli 9 e 32 della Costituzione che in quanto espressione di diritti del cittadino devono essere difesi da ogni forma di individualismo proprietario. "Del resto – ha concluso l’esperto – la bellezza non salva nulla se prima noi non salviamo la bellezza".
Uno sguardo su Verona. Hanno animato l’evento commenti di disappunto da parte del pubblico e dello stesso Salvatore Settis su alcune aree veronesi a rischio di degrado ambientale. Arbizzano e il sito del Lazzaretto sono stati gli argomenti di maggior fervore. "I cittadini possono intervenire rivolgendosi ai tribunali amministrativi regionali o ai tribunali ordinari" ha suggerito lo storico dell’arte esortando i presenti ad esercitare il proprio diritto di cittadinanza.
Un esempio per i giovani. Durante la conferenza sono intervenute anche Paola Artoni, dottore di ricerca e funzionaria del centro Laniac dell’università, e Sandra Rossi, dottoranda di Beni culturali e del territorio dell’università e funzionaria della Soprintendenza speciale del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico del Polo museale della Città di Venezia. Attraverso il racconto delle proprie esperienze formative e professionali le dottoresse hanno dimostrato come l’ambito dei beni culturali possa offrire possibilità di sviluppo agli studenti che intendano intraprendervi una carriera.