Uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, ha fatto luce sulla sicurezza gastrointestinale dei più recenti farmaci utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2 e dell’obesità: dulaglutide, semaglutide e tirzepatide.
La ricerca, condotta dall’Harvard Medical School in collaborazione con l’Università di Verona, ha analizzato il rischio di eventi gastrointestinali gravi — come pancreatite acuta, patologie biliari, ostruzione intestinale, costipazione severa e gastroparesi — associati a questi farmaci, sempre più diffusi anche nella gestione del peso corporeo.
Lo studio, intitolato “Comparative Gastrointestinal Safety of Dulaglutide, Semaglutide, and Tirzepatide in Adults With Type 2 Diabetes”, è stato coordinato da Gianluca Trifirò, direttore della sezione di Farmacologia, insieme a Salvatore Crisafulli, in collaborazione con la Division of Pharmacoepidemiology and Pharmacoeconomics della Harvard Medical School & Brigham and Women’s Hospital di Boston.
Basandosi su un’ampia banca dati assicurativa statunitense, i ricercatori hanno confrontato il rischio di eventi gastrointestinali gravi nei pazienti trattati con i tre farmaci. I risultati mostrano che dulaglutide, semaglutide e tirzepatide presentano un rischio simile e complessivamente basso di tali eventi, nonostante le differenze nella loro attività recettoriale e nella potenza farmacologica.
Secondo gli autori, sebbene gli agonisti del recettore GLP-1 e il duale GLP-1/GIP siano noti per provocare effetti gastrointestinali lievi o moderati, lo studio conferma che gli eventi più gravi sono rari. Ciò contribuisce a rassicurare pazienti e medici sulla sicurezza gastrointestinale di questi trattamenti.
“Questi dati – sottolineano i ricercatori – potranno aiutare i clinici a scegliere tra le diverse terapie in base ai benefici metabolici, alla praticità di somministrazione e alle preferenze del paziente, piuttosto che sulla base di differenze nella sicurezza gastrointestinale”.
Lo studio rappresenta dunque un contributo significativo alla comprensione del profilo di sicurezza dei nuovi farmaci anti-obesità, confermando il loro ruolo chiave nel trattamento integrato del diabete e nella gestione del peso corporeo.
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