Venerdì 3 ottobre nella serra del dipartimento di Biotecnologie è stata inaugurato il nuovo impianto di fenotipizzazione. L’evento ha aperto la Biotech Week 2025, che si tiene a Verona fino all’8 ottobre.
Presenti Matteo Ballottari, prorettore alla Valorizzazione delle conoscenze per la società, David Bolzonella, direttore dipartimento di Biotecnologie, la referente del dipartimento di eccellenza Antonella Furini, Giovanna Felis, coordinatrice della Biotech week, la ricercatrice Elisa Fasani e le docenti Tiziana Pandolfini e Anita Zamboni.
Si tratta di una nuova piattaforma per “fotografare” la crescita delle piante
Il dipartimento di Biotecnologie ha installato una moderna piattaforma per lo studio delle piante, realizzata grazie ai fondi del programma “Dipartimento di Eccellenza 2023-27”. L’investimento complessivo è stato di 561 mila euro.
Questa infrastruttura, costruita su misura dall’azienda Phenospex, si trova all’interno di uno spazio dedicato della serra del dipartimento. L’ambiente è stato adattato appositamente, con un nuovo impianto di illuminazione realizzato dall’Ufficio tecnico dell’Ateneo per garantire le migliori condizioni di lavoro.
Come funziona la piattaforma
La struttura è composta da un telaio portante che sorregge due sensori mobili, posizionati sopra i banconi dove crescono le piante. Questi sensori, chiamati PlantEyes, svolgono due funzioni principali:
- Misurazioni multispettrali
I sensori “leggono” la luce riflessa dalle piante in diversi tipi di onde luminose (RGB e vicino infrarosso). Da questi dati vengono calcolati indici, come l’NDVI, che servono a capire lo stato di salute della pianta (ad esempio se è in buona crescita o sotto stress). - Scansione 3D
I sensori effettuano una scansione laser dell’intera superficie di coltivazione, permettendo di ricostruire le piante in tre dimensioni e di misurare parametri come l’altezza o la superficie delle foglie, in modo preciso e automatico.
Capace di ospitare centinaia di piante
La piattaforma può contenere fino a diverse centinaia di piante, a seconda delle dimensioni, distribuite su quattro banconi. Può analizzare piante molto piccole (alte pochi centimetri) ma anche esemplari più sviluppati, fino a oltre un metro. Questo è particolarmente utile per il dipartimento, che studia sia piante modello per la ricerca di base sia specie agricole di interesse pratico.
Automazione e dati sempre disponibili
Uno dei punti di forza di questo sistema è il suo alto livello di automazione. Le misurazioni e l’elaborazione dei dati avvengono in modo autonomo e standardizzato, e i risultati possono essere consultati anche a distanza.
Grazie a questa tecnologia, i ricercatori possono raccogliere grandi quantità di informazioni sul comportamento delle piante in modo continuo, preciso e oggettivo. Questo accelera il lavoro di ricerca, facilitando l’analisi dei legami tra il patrimonio genetico delle piante, l’ambiente in cui crescono e le loro caratteristiche osservabili.
Facile da usare, ma con grandi potenzialità
Il sistema è semplice da utilizzare: i dati vengono forniti già elaborati secondo parametri predefiniti, pronti per essere usati dagli studiosi del dipartimento. Allo stesso tempo, le informazioni raccolte possono servire come base per analisi più avanzate, realizzabili in collaborazione con il dipartimento di Informatica.
Sara Mauroner