Combattere la violenza domestica nelle fasi più delicate della vita familiare, come gravidanza e post-partum. È questo l’obiettivo di “I-Cope – Proteggere i vulnerabili: sviluppare un approccio integrato per contrastare la violenza da parte del partner nelle popolazioni ostetriche in Danimarca e in Italia” il progetto europeo finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Cerv-Daphne 2024.
Il fenomeno della violenza da parte del partner è infatti più diffuso di quanto si pensi e assume connotazioni di particolare gravità durante e dopo la gravidanza. Per questo I-Cope si propone di sviluppare strumenti innovativi di prevenzione, identificazione e intervento, con particolare attenzione alle differenze di genere.
Il progetto, che durerà due anni, coinvolge università e centri di ricerca italiani e danesi: tra questi, il dipartimento di Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno infantili Univr, l’Università di Brescia, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, l’Università della Danimarca del Sud, il Danish stalking center e l’associazione Dialogue against violence. Nel contesto veronese, l’Università di Verona vede per questo la partnership con Aoui tramite la partecipazione della Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia e della Unità semplice dipartimentale di Psicologia Clinica assieme al supporto strategico del Comune di Verona, l’Ordine delle Ostetriche di Verona, e altre associazioni locali.
Il progetto ha preso ufficialmente il via a giugno con un kick-off meeting nella cittadina danese di Odense, durante il quale i team dei due Paesi hanno condiviso i piani di ricerca e intervento.
Tra le azioni previste ci sono la revisione degli attuali strumenti di rilevazione, il loro adattamento ai contesti locali e lo sviluppo di un sistema digitale di screening precoce capace di individuare diversi tipi di violenza già nelle prime fasi della vita familiare. L’obiettivo è duplice: fornire strumenti concreti di aiuto e protezione alle vittime e intervenire tempestivamente sui partner violenti per prevenire il manifestarsi la reiterazione degli episodi.
La gravidanza, che dovrebbe rappresentare un momento di protezione, può invece coincidere con un aumento del rischio di violenza domestica. Secondo l’Istat, in Italia il 10% delle donne subisce violenze dal partner durante la gravidanza e, in oltre il 70% dei casi, l’intensità delle aggressioni cresce proprio in questo periodo; nel 6% dei casi, gli episodi iniziano per la prima volta durante la gestazione. A livello globale, ricerche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che circa una donna su quattro subisce violenza durante la gravidanza. Le forme più frequenti includono violenza psicologica (26%), fisica (10%) e sessuale (9%). Dati che confermano l’urgenza di interventi come quelli previsti dal progetto I-Cope.
“Il progetto I-Cope rappresenta un’opportunità unica per migliorare il modo con cui nella pratica clinica viene affrontata una tematica delicata e spesso sottovalutata – spiega Simone Garzon principal investigator per Univr (che vede la partecipazione di Stefano Uccella, e di Valeria Donisi), in collaborazione con Aoui (Lidia Del Piccolo) – Questo progetto fornirà nuovi strumenti per l’assistenza ostetrica, con percorsi capaci di favorire l’individuazione precoce della violenza e offrire interventi mirati per proteggere le vittime e prevenire nuovi episodi. Non solo: aiuterà anche a individuare coppie a rischio e supportare i futuri genitori nell’affrontare i cambiamenti legati alla gravidanza e alla genitorialità.”
Sara Mauroner