È stato inaugurato venerdì 1 agosto dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin il nuovo Polo Alte Energie dell’ospedale di Borgo Trento. Il reparto di Radioterapia è ora dotato di 5 apparecchiature di altissima tecnologia e di ultima generazione per le cure oncologiche. Le risorse complessivamente impiegate finora superano i 25 milioni (di cui 2 Pnrr) e permettono all’ospedale di Borgo Trento di essere l’unico punto di riferimento dell’area per i trattamenti pediatrici e di ridurre considerevolmente il numero delle sedute nei pazienti adulti. Nel caso di tumore alla prostata, ad esempio, si passa da 30 a 5 sedute, con evidente riduzione del disagio per le persone.
L’inaugurazione riguarda l’ultimo investimento della Regione di circa 11 milioni per l’acceleratore lineare con risonanza magnetica. Si tratta di una apparecchiatura presente solo in importanti centri di eccellenza a livello internazionale e nazionale. Il Veneto è la prima Regione in Italia ad avere questa macchina in una struttura pubblica.
All’inaugurazione erano presenti: Manuela Lanzarin assessore regionale Sanità, servizi sociali, programmazione socio-sanitaria della regione del Veneto; Callisto Marco Bravi, direttore generale Aoui, i docenti dell’Università di Verona Giuseppe Lippi, preside della facoltà di Medicina e chirurgia, Alessandro Antonelli, direttore del dipartimento di Chirurgia e oncologia e Alessandro Muraglia il direttore Uoc di Radioterapia; i direttori e i capi Dipartimento Aoui; i tecnici radioterapisti e i fisici sanitari diretti dal Carlo Cavedon; il direttore amministrativo Vania Rado; il direttore dei Servizi tecnici Maurizio Lorenzi, l’ex direttore Uoc di Radioterapia Renzo Mazzarotto.
I vantaggi per il paziente sono significativi in termini di tempistiche ed efficacia della terapia. La macchina è in grado di eseguire trattamenti radianti guidati da immagini di risonanza. Riuscendo a vedere in tempo reale ciò che viene irradiato, l’andamento del tumore durante la seduta e le modificazioni che possono intervenire tra una seduta e l’altra, è possibile garantire una piena personalizzazione del trattamento che può essere adattato anche a piccole variazioni di forma e posizione del bersaglio tumorale e degli organi circostanti. Inoltre, con le apparecchiature tradizionali è impossibile superare determinati valori di dose, per non rischiare di arrecare danno ai tessuti sani, mentre la tecnica adattativa di questo sistema consente alla radiazione di regolarsi automaticamente seguendo il movimento respiratorio, l’esatta forma e la posizione del tumore, permettendo quindi di superare tale limitazione e garantire una maggiore efficacia della terapia in un minor numero di sedute. Questo è particolarmente importante nella cura dell’alto addome, in particolare per i tumori del pancreas.
L’acceleratore è una “macchina ibrida” perché ne unisce due: un acceleratore lineare (Linac) per radioterapia e una risonanza magnetica (Mri), la cui difficile convivenza dipende dal sistema MRIdian di Viewray Systems. I campi elettromagnetici della risonanza disturbano non solo il funzionamento del Linac, ma anche il modo in cui la dose di radiazione viene assorbita dai tessuti. Più il campo magnetico è alto, minori sono le prestazioni del sistema di radioterapia. Per questo motivo la soluzione di Viewray Systems prevede l’impiego di un basso campo, che garantisce la visualizzazione delle zone anatomiche interessate dal trattamento e al contempo non interferisce sull’erogazione della terapia. E’ questo il sistema per cui sono stati necessari oltre 8 milioni di euro, mentre altri 2 milioni 800 mila sono stati investiti nella la ristrutturazione della palazzina protetta dalla Soprintendenza e nella realizzazione di un percorso più confortevole e parcheggi dedicati ai pazienti oncologici.
Le altre apparecchiature presenti nel reparto di Radioterapia sono:
L’acceleratore lineare Varian TrueBeam, acquisito con i fondi Pnrr di oltre 2 milioni di euro, è il secondo acceleratore lineare (Linac) per radioterapia ad architettura tradizionale molto evoluto tecnologicamente. E’ pesato per la cura specifica di tumori della prostata, ginecologici e del distretto testa-collo ed è particolarmente avanzato per la sicurezza del paziente e permette di trattare un alto numero di pazienti al giorno, con un impatto favorevole sulla tempestività del trattamento e sulla riduzione delle liste d’attesa.
Il sistema Tomotherapy installato nel 2016 con un costo di quasi 5 milioni di euro, a cui ha contribuito Fondazione Cariverona, è un’apparecchiatura in grado di erogare la terapia con tecnica Imrt di tipo elicoidale, consentendo di concentrare con grande precisione le radiazioni sul tumore e di colpire bersagli anche molto estesi, come irradiazioni cranio-spinali nei pazienti pediatrici e Total Body Irradiation (Tbi) nei pazienti ematologici candidati a trapianto di midollo osseo.
L’acceleratore lineare Varian TrueBeam Stx, installato nel 2018 con un investimento di 4 milioni e 300 mila euro circa, è ottimale per i trattamenti di radiochirurgia stereotassica, terapia eseguita in una sola seduta con dose molto alta di radiazioni, e radioterapia stereotassica, anche in questo caso con dosi molto alte ma in poche sedute. È anche dotato della tecnica “HyperArc” particolarmente efficace per trattare più metastasi cerebrali contemporaneamente. Inoltre, è accessoriato con sistemi di controllo del respiro per trattamenti a respiro trattenuto, particolarmente utili nei tumori della mammella sinistra per ridurre la quantità di radiazioni ricevute dal cuore e quindi gli effetti collaterali che ne derivano, nei tumori polmonari e nel trattamento delle metastasi polmonari.
Il Tac Simulatore, dedicato alla simulazione radioterapica e utilizzato per la preparazione delle terapie, del costo è di circa 1 milione. Sulle immagini acquisite vengono identificati il tumore che si deve colpire e gli organi che invece si vogliono risparmiare. È dotato di accessori che consentono di studiare il movimento del tumore, ad esempio, con il respiro (utile per i tumori del polmone) e di registrare la superficie corporea (particolarmente adatto per trattare i tumori della mammella). Queste immagini insieme ai volumi identificati dal medico, vengono usati dal fisico per preparare il trattamento radioterapico.
Oltre agli investimenti per l’acquisto dei 5 macchinari, il Polo Alte Energie di Borgo Trento ha avuto anche significative spese strutturali per adattare gli spazi del padiglione 24. Il rifacimento del reparto di Radioterapia (nuovi ambulatori, Day hospital, nuovi ascensori e ingresso) è costato circa 3 milioni e 450 mila, mentre per la collocazione dell’ultimo acceleratore lineare è stata ristrutturata la piccola palazzina che risale ai primi del ‘900 tutelata dalla Soprintendenza, con lo “svuotamento” e la preservazione i muri perimetrali. Il bunker che ospita l’attrezzatura ha uno spessore di cemento baritico di 1,5 metri ed è foderato internamente ed esternamente da una scatola in acciaio inox (gabbia di Faraday). In questo modo si garantisce un totale isolamento del campo magnetico delle attrezzature, salvaguardando sia l’incolumità degli operatori sanitari durante i trattamenti, sia la precisione di questi ultimi, garantita anche da collimatori laser.
“È con grande piacere intervenire oggi all’inaugurazione del Nuovo Polo Alte Energie. – ha dichiarato Giuseppe Lippi – Il Polo si arricchisce dell’acceleratore lineare con risonanza, una tecnologia di altissimo livello e di straordinaria avanguardia, affiancando le altre apparecchiature. Questa infrastruttura rappresenta molto più di un semplice avanzamento tecnologico, è la concretizzazione di una visione di medicina che pone al centro l’alleanza tra scienza, clinica e formazione. In questo contesto, il rapporto tra Università e Ospedale trova una declinazione piena, vitale e lungimirante. Il Polo Alte Energie consentirà una collaborazione strategica tra due istituzioni e una visione comune: offrire una medicina di eccellenza, fondata su evidenze scientifiche solide, su tecnologie avanzate e formazione continua, dinamica e qualificata. Questa nuova tecnologia non solo amplia le possibilità terapeutiche, ma lo fa migliorando significativamente la precisione, la sicurezza e la personalizzazione dei trattamenti. Significa maggiore efficacia e minori effetti collaterali per i pazienti, significa cure che sono allo stesso tempo più sofisticate e più umane. Sul piano scientifico, il potenziale di questa tecnologia è straordinario. Offre a ricercatori e clinici uno strumento potente per sviluppare nuovi protocolli, validare modelli predittivi, integrare l’intelligenza artificiale e spingere ancora più avanti i confini della medicina di precisione. Rafforza, inoltre, il ruolo di Verona come polo di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca clinica e traslazionale”.
“L’innovazione di questa tecnologia sta nel fatto che si può praticare un trattamento radioterapico abbinando una diagnostica per immagini, che è alla base di buona parte della fase di studio di tanti tumori. – ha aggiunto Alessandro Antonelli – Questo abbinamento, oltre alla precisione dell’inquadramento del campo d’azione, beneficia anche del fatto che in corso di trattamento si può adattare la dose in base a come l’organismo sposta le proprie strutture. Oggi questa è una Radioterapia oncologica e, in un certo senso, chirurgica, vale a dire che applica i principi della chirurgia, cioè volta alla precisione massima possibile, senza violare l’organismo. Si pratica sostanzialmente un trattamento chirurgico da fuori, con il beneficio di regolarlo con la massima precisione possibile. Avrà un campo di applicazione in molti ambiti. Cito ad esempio il mio campo, nei tumori della prostata aiuta a ridurre le sedute necessarie. La lunghezza della terapia è sempre stato lo scoglio principale per i pazienti che da oggi potranno accedere al trattamento con molta più motivazione”.
Contributo a cura dell’ufficio stampa Aoui