Grazie alla sinergia tra l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’università di Verona, è stato avviato un innovativo percorso formativo nella chirurgia pediatrica robotica che segna un’evoluzione importante sia nella pratica clinica che nella preparazione dei futuri specialisti. Il primo caso, una dodicenne con un raro adenoma epatico, ha inaugurato questa nuova fase, confermando Verona come polo di eccellenza per l’alta formazione e la chirurgia mininvasiva pediatrica.
Un adenoma epatico di circa 10 centimetri, quasi quanto l’età della paziente, è stato rimosso con successo da una ragazzina di 12 anni. Ma oltre al valore clinico, il caso di “Anna” – nome di fantasia – ha rappresentato un punto di svolta per la chirurgia robotica pediatrica e per la formazione universitaria dei nuovi chirurghi, grazie alla stretta sinergia tra Aoui e Università di Verona.
La giovane paziente era seguita da Claudio Maffeis, direttore della Pediatria B, per un lieve sovrappeso. Dopo esami di routine che avevano evidenziato dislipidemia, un’ecografia ha rivelato una neoformazione epatica. La diagnosi definitiva è stata di adenoma epatico benigno. A seguito della valutazione multidisciplinare, si è scelto l’intervento chirurgico per via robotica, considerata l’età, le dimensioni della massa e la sicurezza offerta dalla mininvasività.
L’operazione, eseguita il 30 gennaio 2025, è stata condotta da Andrea Ruzzenente direttore della Chirurgia generale ed epatobiliare e da Luca Giacomello della Chirurgia pediatrica, affiancati dall’équipe anestesiologica e infermieristica della sala robotica. L’intervento, realizzato con minincisioni di 8 millimetri e l’impiego di una doppia consolle, ha rappresentato non solo un risultato clinico d’eccellenza, ma anche una dimostrazione concreta delle potenzialità formative del sistema robotico.
Il caso ha rappresentato l’inizio ufficiale di un percorso strutturato che vede l’Università di Verona protagonista nella formazione dei chirurghi del futuro. Il progetto formativo, già attivo in sinergia con Aoui, consente alle specializzande e ai specializzandi di acquisire competenze in chirurgia robotica sin dai primi anni di formazione: teoria, pratica simulata e accesso progressivo alla sala operatoria sotto la supervisione di tutor esperti.
“Molto è cambiato nella formazione chirurgica – ha dichiarato Giovanni De Manzoni, delegato del Rettore per le Scuole di specializzazione mediche, durante la conferenza stampa del 24 luglio. Il nostro ateneo e l’Aoui credono fortemente nell’inserimento della robotica sin dal periodo di specializzazione. Partiamo con interventi come la colecistectomia, ma l’obiettivo è formare professionisti già pienamente competenti al termine del percorso accademico”.
Parallelamente, è in fase di definizione un accordo tra Aoui e un’azienda biomedicale per la fornitura di strumenti robotici miniaturizzati specificamente progettati per l’età pediatrica. Il prototipo, previsto per il 2026, sarà impiegato sia nella formazione che negli interventi clinici.
In questi giorni prende anche il via un’importante fase sperimentale rivolta agli specializzandi: sotto la guida di tutor esperti, i giovani medici parteciperanno a interventi robotici reali, come la colecistectomia, agendo dalla seconda consolle. Un’esperienza immersiva che anticipa la piena autonomia chirurgica.
“Questa innovazione è possibile grazie alla sinergia tra i nostri volumi di esperienza e la visione formativa dell’ateneo – ha sottolineato il direttore generale dell’Aoui Callisto Marco Bravi – Il futuro della chirurgia è anche nella formazione multidisciplinare, in cui lo specializzando cresce nel contesto della complessità clinica”.
Questo intervento pionieristico è un esempio concreto di integrazione tra ospedale e università, dove il paziente è al centro, ma lo sviluppo delle competenze future è altrettanto prioritario. L’Università di Verona si conferma così non solo centro di eccellenza clinica, ma anche motore di innovazione didattica nella chirurgia pediatrica mininvasiva e robotica.
SM