Un evento scientifico per ripensare la cura in chiave integrata, tra medicina, psicologia e sostenibilità. Il 19 e il 20 giugno al polo Zanotto, Verona ha accolto il 14esimo congresso nazionale del gruppo di ricerca in psicosomatica. L’evento ha rappresentato un’importante occasione per studiosi, ricercatori e professionisti della salute per confrontarsi sul tema “La persona e il suo ambiente nell’approccio integrato in psicosomatica”. Il congresso, frutto del lavoro congiunto del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento Univr e di numerosi enti patrocinatori, ha inteso una visione della cura profondamente umana e interdisciplinare, basata sul modello biopsicosociale.
L’appuntamento, coordinato dalle docenti Michela Rimondini e Fiammetta Cosci, ha visto la partecipazione di numerosi relatori provenienti da tutto il territorio nazionale e si è articolato in un programma ricco e variegato: 79 presentazioni orali, 22 poster, 3 casi clinici, oltre a 13 simposi, 6 sessioni tematiche e 3 workshop. I contenuti hanno esplorato le molteplici dimensioni dell’esperienza di malattia, con attenzione particolare alle condizioni croniche, alla disabilità, ai disturbi psicosomatici e mentali, e alle situazioni di fragilità sociale. Di particolare attualità è l’attenzione che è stata data al ruolo che l’ambiente esercita sulla prevenzione e tutela della salute, nonché l’impatto che ha sul processo di cura. Le relazioni hanno spaziato dall’uso dell’ambiente naturale per garantire la salute psicofisica fino alla lettura magistrale che si è occupata di illustrare gli adattamenti richiesti ai medici che operano in contesti di cura sfidanti, come per esempio scenari bellici.
Il congresso è stato aperto dalla lettura magistrale di Giovanni Andrea Fava, che ha proposto una riflessione sul futuro della medicina psicosomatica, e si è concluso con l’intervento della docente Elda Baggio che ha offerto uno sguardo etico e clinico sulle sfide della chirurgia globale. In mezzo, una fitta serie di approfondimenti ha affrontato temi come la consapevolezza corporea nei disturbi funzionali, l’alessitimia e le sue implicazioni cliniche, l’influenza dei traumi precoci sull’epigenetica e i modelli di promozione del benessere negli ospedali.
“Questo congresso – hanno spiegato le organizzatrici – è stato non solo un’occasione di aggiornamento e confronto scientifico, ma anche un momento di riflessione sul significato profondo della cura e della salute in relazione all’ambiente che ci circonda. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, la psicosomatica integrata si conferma una via promettente per comprendere e sostenere l’essere umano nella sua globalità, riconoscendo nell’ambiente – naturale, sociale e relazionale – non solo un contesto da rispettare e preservare, ma un vero e proprio vettore di benessere, equilibrio e guarigione.”
L’evento ha incluso riflessioni sulle questioni etiche nella pratica clinica, sulle specificità psicologiche nella trapiantologia, e sui nuovi approcci all’interazione tra mente e corpo in contesti oncologici, neurologici e reumatologici. Un’attenzione particolare è stata riservata alla promozione del benessere degli operatori sanitari, all’inclusione nei contesti di cura e alla costruzione di comunità resilienti, anche nei reparti di emergenza.
A rendere ancora più ricca l’esperienza del congresso hanno contribuito momenti dedicati alla convivialità e alla cultura, come l’apericena sociale del 19 giugno e il “Concertino di inizio estate” con musica dal vivo, che ha accompagnato il pranzo del giorno successivo nel Chiostro di San Francesco. È stato inoltre assegnato il premio “Claudio Bassi” per il miglior contributo scientifico presentato.
SM