L’inestricabile sinergia che esiste tra filosofia, psicanalisi e arte è stata portata alla luce durante l’incontro organizzato dall’università di Verona con Massimo Recalcati, psicanalista e saggista italiano, che ha presentato il suo nuovo libro “Il trauma del fuoco. Vita e morte nell’opera di Claudio Parmiggiani” pubblicato nel 2023 da Marsilio Arte.
Guarda qui il video dell’incontro
L’evento, dal titolo “Arte e trauma, tra filosofia e psicanalisi”, si è tenuto mercoledì 29 novembre al polo Santa Marta, ed è stato promosso da Contemporanea, la piattaforma sui linguaggi della contemporaneità dell’università di Verona, insieme alla Società veronese di psicoanalisi. Recalcati, che dal 2020 è anche membro fondatore delle Società cittadine di psicanalisi e membro della Società milanese di psicoanalisi Elvio Facchinelli, ha dialogato con Federico Leoni, docente di Filosofia morale del dipartimento di Scienze umane e con Riccardo Panattoni, direttore del medesimo dipartimento. La figura al centro della discussione dei tre studiosi, nonché protagonista dell’opera di Recalcati, è stata Claudio Parmiggiani, uno dei più importanti artisti dell’Avanguardia nazionale.
“La filosofia non è più la stessa dopo la psicanalisi”, ha spiegato Riccardo Panattoni, introducendo così il tema dell’evento. “La psicanalisi è una cesura del discorso filosofico. Non si può più fare filosofia come la si faceva prima, quando la psicanalisi ancora non permetteva di avere questa declinazione sull’inconscio. La filosofia non può non confrontarsi con la psicanalisi”.
Federico Leoni ha successivamente commentato l’opera di Recalcati dicendo: “Le pagine di questo libro tornano incessantemente su una cosa: il rapporto tra elemento indimenticabile e il lavoro di Parmiggiani. Non tutto è destinato alla morte, diceva l’artista. Questo ci suggerisce che da un lato c’è un’immagine di salvezza, qualcosa che si salva, dall’altro però, che si tratta di una salvezza particolare, perché presuppone l’esistenza di qualcosa di non lavorabile, qualcosa che non è lavorato dal fuoco del linguaggio, qualcosa che non è destinato alla morte. Siamo in un punto nel quale il lutto si sovrappone alla melanconia, risultando non elaborabile”.
“Tutti noi diveniamo cenere, tutti noi siamo fatti di polvere”, ha concluso Recalcati. “Parmiggiani stava per allestire una grande mostra, stava spostando degli oggetti per fare spazio, e togliendo questi oggetti vide apparire le loro sagome di luce incorniciate dalla polvere. In quel momento fece esperienza di qualcosa che andava via, di qualcosa che veniva tolto, di qualcosa che si perdeva, ma l’atto del togliere lasciava un resto”.
E da qui Recalcati ha poi analizzato il tema del nascondimento, del seppellimento del vivo che è l’elemento che lo rende un caso unico nella storia dell’arte: l’opera è il seme, il seme sta nel cuore della Terra, che è potenza generativa del seme stesso, ma la condizione del seme è il nascondimento.