Venticinque anni di attività sono l’importante traguardo del Centro collaboratore Oms per la ricerca e la formazione in salute mentale e per la valutazione dei servizi che è stato celebrato con un convegno lo scorso 21 settembre nell’aula “De Sandre” del Policlinico Rossi di Borgo Roma. “Ricerca indipendente e pratiche innovative: le nuove frontiere per il miglioramento dell’assistenza nel campo della salute mentale” è il titolo del congresso organizzato da Michele Tansella del dipartimento di sanità pubblica e medicina di comunità dell’Università di Verona presso cui operano la sezione di psichiatria e quella di psicologia clinica che dal 1987 sono state identificate come centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il convegno. Prestigiosi gli ospiti intervenuti al convegno. Da Londra Sir David Goldberg, professore emerito di psichiatria, e Peter Tyrer, docente di psichiatria all’Imperial College e direttore del “British Journal of Psychiatry”. Sarà presente anche Benedetto Saraceno, già direttore della divisione Salute Mentale dell’Oms e professor of Global Health a Lisbona. “La giornata di studio – spiega Tansella – è stata dedicata alla presentazione e approfondimento degli ambiti di ricerca che più caratterizzano la collaborazione tra il centro di Verona e l’Oms, unendo alla qualità scientifica delle relazioni la presenza di importanti protagonisti di questi 25 anni di storia del Centro, non solo per celebrare l’importante anniversario ma anche per aprire nuovi scenari per la collaborazione futura, nell’interesse dei pazienti, all’interno di una prospettiva per la salute mentale non solo locale, ma di respiro internazionale”.
Un po’ di storia, il centro tra passato, presente e futuro. Il 23 febbraio 1987, la sezione di Psichiatria e la sezione di Psicologia Clinica del dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità dell’università di Verona sono state ufficialmente designate, per la prima volta, Centro collaboratore dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms). Dal febbraio di quell’anno, il centro di Verona ha mantenuto questo ruolo all’interno dell’Oms, rivestendo incarichi di prestigio e collaborando a progetti che hanno influito sulle politiche sanitarie in termini di salute mentale su scala internazionale.
Nel 1996 il Centro Oms di Verona ha cambiato nome aggiungendo una qualifica specifica al tipo di collaborazione. Da allora, infatti, si chiama ufficialmente “Centro collaboratore Oms per la ricerca e la formazione in salute mentale e per la valutazione dei servizi”. Questo nome sta proprio a sottolineare l’ambito specifico di collaborazione che il Centro di Verona ha con l’importante istituzione sanitaria con sede a Ginevra, ambito che perfettamente si coniuga con la tradizione di studi condotti fin dagli anni Settanta del secolo scorso da Michele Tansella, direttore del Centro Oms fin dalla sua creazione, assieme al nutrito gruppo di suoi allievi e collaboratori.
Oggi il Centro di Verona è costituito da sei unità di ricerca, coordinate da Mirella Ruggeri, Christa Zimmermann, Francesco Amaddeo, Corrado Barbui, Paolo Brambilla e Lorenzo Burti. Ciascuno di questi gruppi, a nome dell’Oms, ha l’obiettivo di raccogliere, analizzare e diffondere informazioni scientificamente valide su vari argomenti (dalla genetica psichiatrica agli studi di imaging funzionale, dalla psicofarmacologica alla valutazione dei servizi e alle tecniche comunicative con il paziente), preparando documenti scientifici e di politica sanitaria da utilizzare nelle varie nazioni, soprattutto nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo.
I Centri collaboratoridell’Oms sono istituzioni, quali istituti di ricerca, università o accademie, designate dal direttore generale dell’Oms, in accordo con il ministero della Salute nazionale, per portare avanti attività specifiche in supporto ai programmi dell’Oms. Oggi nel mondo ci sono circa 800 Centri collaboratori dell’Oms, in oltre 80 nazioni. Gli ambiti di collaborazione spaziano dalla salute mentale alle cure nell’assistenza infermieristica, dalle terapie occupazionali alle malattie croniche e ai problemi legati alla nutrizione. Ogni quattro anni una commissione internazionale di esperti è chiamata a valutare il livello di produzione scientifica del centro, che deve essere all’altezza della qualifica e della mission ricevute inizialmente. Solo mantenendo questo standard qualitativo e raggiungendo gli obiettivi programmati all’inizio della nomina si può avere un rinnovo dell’incarico per il periodo successivo.
“Non è di poco conto sottolineare il fatto che da 25 anni il Centro di Verona è continuativamente centro collaboratore dell’Oms – commenta Tansella – perché il processo di revisione dei criteri per essere a tutti gli effetti Centro Collaboratore non viene rinnovato in automatico. Negli ultimi anni si è registrata una progressiva riduzione del numero di centri collaboratori dell’Oms, non solo in Italia, ma un po’ in tutto il mondo. Questo succede (e succederà sempre di più) proprio perché al requisito minimo di qualità scientifica che il centro collaboratore deve garantire ad ogni rinnovo di nomina, si deve aggiungere anche la convergenza di vedute e la condivisione dell’approccio alla salute mentale, come in questo caso, secondo la visione e le prospettive proprie dell’Oms. Vale la pena ricordare che in Italia sono rimasti solo tre centri collaboratori dell’Oms per la salute mentale e quello di Verona è l’unico centro al mondo designato alla valutazione dei servizi di salute mentale”.