Tescaro spiega: “ La morte digitale, oggi, serve per mettere insieme con una formula sintetica due concetti: quello della morte, e quindi dal punto di vista giuridico il diritto delle successioni, e dall’altra parte il digitale, quindi internet e tutti i mezzi di comunicazione digitale. Si tratta di due mondi apparentemente molto distanti. Il diritto delle successioni è considerato una delle materie più tradizionaliste e, in termine atecnico, anche “ingessate”. Invece il digitale, il mondo di internet, è qualcosa in continua evoluzione. Questa formula serve per mettere in relazione tali ambiti, apparentemente distanti ma che, secondo noi, come cercheremo di spiegare oggi, hanno notevoli punti di collegamento e ne avranno sempre più in futuro”. Secondo gli esperti non mancano debolezze nell’attuale sistema: “La criticità fondamentale è la mancanza di una disciplina organica. Noi, a differenza di altri paesi, siamo un ordinamento di civil law, basato su leggi e codici. Di questa materia esistono invece solo riferimenti normativi frammentari, ciò che crea notevoli difficoltà per i giuristi della cultura giuridica europea continentale, i quali sono abituati a partire dai testi scritti”.
La complessità di internet si intensifica con l’aggiunta dei social network, “Questi sono strumenti che hanno elementi positivi, perché consentono di divulgare informazioni e di comunicare più facilmente, ma che hanno anche rischi grandissimi, riguardo la personalità morale delle persone, ovverosia l’onore, la reputazione, l’identità personale, cioè il diritto a ricevere una rappresentazione veritiera della propria vita e delle proprie idee. Ad esempio, se io ho una certa idea politica non è lecito che me ne sia attribuita pubblicamente un’altra. I social network sono pericolosi sotto questo aspetto ma hanno anche elementi di positività, come dicevo. La pericolosità, comunque, si accentua con la morte, perché in tal caso manca la persona interessata a far valere le proprie ragioni, e allora si pone il problema di chi sia il legittimato ad agire. I familiari, gli eredi? Figure che non sempre coincidono”.
10.10.2016