I corridoi dalle iconiche finestre arancioni a forma di oblò del dipartimento di Lingue e letterature straniere diventano teatro di un intreccio tra arte, inclusione e linguaggi multimediali. È qui, infatti, che prende vita Olboblo. Arte potenziale, la mostra nata dal sodalizio quadriennale tra il dipartimento e l’Accademia di belle arti di Verona, sotto la guida di Massimo Salgaro, docente di Letteratura tedesca.
Il titolo della rassegna — “Olboblo”, parola palindroma che richiama il termine “oblò” — è stato scelto da Sergio Breviario, un docente di Decorazione all’Accademia che fa parte del comitato scientifico dell’iniziativa. La mostra, inaugurata l’8 ottobre 2024, resterà aperta per un anno negli spazi del dipartimento di Lingue e letterature straniere.
A curarne i contenuti sono i docenti Daniela Rosi e Daniele Salvalai, che hanno raccolto cinque opere realizzate da giovani artiste — Isabella Besutti, Giulia Martinuzzi, Eleonora Mutto, Claudia Sallustio e Sara Zottarelli — che spaziano tra performance, videoarte, installazioni, disegni a biro e sculture, con contaminazioni che spesso convivono all’interno della stessa opera. È stata la sensibilità delle giovani artiste a far emergere il filo conduttore della mostra, ossia la riflessione sulla diversità e sull’accessibilità dell’arte. Non a caso il progetto si inserisce all’interno di Inclusive humanities 2023-2027, progetto d’eccellenza che affronta le sfide globali legate all’inclusione, alla sostenibilità e all’abbattimento delle barriere che creano discriminazioni.
Per migliorare la fruizione della mostra è nato anche il podcast Olboblo, un percorso sonoro in sei puntate che accompagna i visitatori alla scoperta delle opere, offrendo spunti interpretativi e suggestioni. A rendere stimolante il podcast è il fatto che siano proprio la curatrice e le artiste a raccontare la mostra e a dare voce alle loro opere. Il podcast descrive questo intreccio di linguaggi che ha trasformato i corridoi degli oblò, al piano terra e al primo piano del dipartimento di Lingue, in un ponte tra immagini e parole.
“Grazie al progetto d’Eccellenza stiamo ripensando gli spazi del nostro dipartimento” — ha sottolineato Salgaro nella puntata introduttiva — “e questa mostra è parte delle misure che stiamo implementando per favorirne la fruizione”.
Secondo Daniela Rosi, la chiave del successo della mostra risiede nell’incontro tra arti visive e linguaggi scritti, un dialogo capace di stimolare tanto gli studenti del dipartimento di Lingue e letterature straniere quanto quelli dell’Accademia. “L’obiettivo è far capire come chi scrive possa esprimersi anche attraverso altre forme di linguaggio”, spiega la curatrice.
Un progetto che non solo unisce mondi e linguaggi diversi, ma dimostra come l’arte, quando diventa inclusiva, sappia aprire nuovi orizzonti e creare connessioni inattese.
LB – Tirocinante Univrmagzine