Dal 23 al 28 giugno Arpino, patria di Marco Tullio Cicerone, ha ospitato la prima edizione della summer school «De optimo genere oratorum. La formazione del perfetto oratore nella scuola romana», un’intensa settimana di studi rivolta a dottorande e dottorandi in Lingua e Letteratura latina.
L’iniziativa, promossa dal Centro studi umanistici Marco Tullio Cicerone, è stata organizzata dal dipartimento di Lettere e filosofia dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e dal dipartimento di Culture e civiltà dell’Università di Verona.
Il programma scientifico, coordinato da Paolo De Paolis direttore del dipartimento scaligero, ha indagato da più angolazioni la formazione dell’oratore nella scuola romana, con un focus privilegiato su grammatica e retorica antica. La settimana si è aperta con due lectiones magistrales: Mario De Nonno dell’Università Roma Tre ha esplorato la trasformazione della grammatica latina in chiave cristiana, mentre De Paolis ha dedicato la propria relazione al ruolo di Cicerone nella formazione del giovane oratore.
Numerosi i contributi di studiose e studiosi italiani ed europei che si sono alternati tra lezioni frontali e momenti di dialogo laboratoriale con i partecipanti. Anna Zago dell’Università di Pisa ha illustrato lo studio delle figure retoriche nella tradizione grammaticale antica, mentre Paolo d’Alessandro dell’Università Roma Tre ha affrontato la dottrina metrica. Anche Alessandro Garcea della Sorbonne Université di Parigi ha proposto un approfondimento su tematiche grammaticali.
Il genere della declamazione è stato analizzato da Mario Lentano dell’Università di Siena e da Lucia Pasetti dell’Università di Bologna, che ha discusso anche alcuni aspetti dell’opera di Quintiliano, insieme a Francesca Romana Nocchi dell’Università di Roma Tor Vergata. Un’apertura verso il diritto romano è stata offerta dalla lezione di Carlo Pelloso del dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona, incentrata sul ruolo della iuris prudentia tra Cicerone e Ulpiano.
Le attività si sono svolte nella suggestiva cornice del Castello di Ladislao, oggi sede della Fondazione Umberto Mastroianni, trasformando Arpino per una settimana in un laboratorio di alta formazione e confronto, dove la riflessione sull’antico ha trovato una risonanza concreta e attuale.