Riflettere sul nostro rapporto con il cibo significa riconoscerlo come memoria e tradizione, ma anche come innovazione e responsabilità, consapevoli del suo legame profondo con le culture alimentari, con la salute personale e con la sostenibilità ambientale e sociale dei consumi.
Su questi temi si è concentrato, sabato 4 ottobre, il convegno dal titolo “Cibi del futuro. Culture alimentari, salute e sostenibilità”, ospitato al museo di Storia naturale di Verona.
L’iniziativa, aperta a tutta la cittadinanza, è stata organizzata grazie a un accordo di collaborazione per la realizzazione di interventi in tema di digitalizzazione e sostenibilità nell’ambito delle attività trasversali di Citizen engagement del progetto Pnrr Consorzio Inest (Cross-cutting Activity 3 – Citizen Engagement), tra il Comune di Verona- I Muv – I Musei di Verona e il dipartimento di Scienze umane Univr.
Dopo i saluti istituzionali di Marta Ugolini, assessora alla Cultura, al turismo e ai rapporti con l’Unesco del Comune di Verona, Valentina Moro, direttrice del dipartimento di Scienze umane Univr, Maria Cristina Pedicchio (Units, iNEST – Cc3 “Citizen engagement initiatives”) e Maurizio Ugliano (Univr, iNEST – Spoke 7 “Smart agri-food”), il convegno ha visto alternarsi interventi dedicati a temi di grande attualità.
Con un approccio multidisciplinare, nel corso della giornata sono stati offerti spunti di riflessione su come la tradizione gastronomica e l’innovazione tecnologica possano dialogare per costruire un futuro fatto di scelte attente alla salute, eque per le persone e sostenibili per l’ambiente. In quest’ottica,
l’educazione alimentare riveste un ruolo fondamentale nel fornire strumenti per compiere scelte consapevoli.
Relatrici e relatori presenti hanno infatti affrontato questioni che toccano da vicino la vita quotidiana di tutti: cosa scegliamo di mettere nel piatto, come possiamo farlo in modo sostenibile, e in che modo le nostre abitudini alimentari riflettono valori culturali, identità sociale e benessere collettivo. Gli interventi si sono conclusi con un dibattito tra pubblico, relatrici e relatori. Il convegno ha offerto così un’occasione preziosa per riscoprire buone pratiche alimentari, intrecciando scienza, cultura e cittadinanza attiva.
GN