Massimiliano Matteazzi, con un tempo di 1.58.77, vince i 200 misti nel meeting del nuoto più antico del mondo, scrivendo una pagina importante della sua carriera sportiva e del nuoto veneto. Matteazzi, atleta di spicco nel panorama italiano nella specialità dei 200 misti, laureato in Economia, imprese e mercati internazionali all’università di Verona, si è aggiudicato la medaglia d’oro alla 61^ edizione del trofeo Settecolli di Roma.
Un risultato importante, in uno degli appuntamenti più prestigiosi del panorama internazionale del nuoto, che si aggiunge a una serie di altri successi, come l’unicum del Campionato italiano assoluto, dove Massimiliano e Pierandrea Matteazzi sono stati i primi fratelli in Italia a salire assieme sul podio.
Il cadetto vicentino, allenato da Federico Benda, continua ad inanellare ottime prestazioni, in una disciplina che predispone a sviluppare la multilateralità: apprendere a nuotare i quattro stili (delfino, dorso, rana e stile libero), comprese le fasi subacquee e soprattutto riuscire a passare da uno stile all’altro con estrema facilità. I misti, nel nuoto, sono infatti la combinazione di differenti stili natatori. In gara la sequenza è delfino, dorso, rana e stile libero e nei 200 sono 50 metri per ogni stile.
L’abbiamo intervistato, parlando con lui di nuoto ma anche sella sua esperienza universitaria, essendosi laureato nella sede vicentina dell’ateneo veronese, con relatore di tesi Edoardo Demo.
Come commenti il risultato che hai ottenuto?
Il Settecolli è la mia gara preferita in assoluto: la piscina è bellissima e il pubblico sempre caloroso. Non so perché, ma mi sento sempre velocissimo in quella vasca. Sono davvero soddisfatto del risultato. Ho lavorato tanto con il mio coach in America per arrivare preparato. Sapevo di potere fare bene e nuotare quel tempo; è stato comunque incredibile, perché da quando sono venuto negli Stati Uniti, due anni fa, avevo come obiettivo rompere la barriera dei 2 minuti nei 200 misti e lo desideravo con tutto me stesso.
L’anno scorso, dopo un anno di allenamenti intensi, ci sono riuscito proprio al Settecolli, nell’edizione 2024 ho fatto 1:59, e quel risultato mi ha dato un’energia enorme. Quest’anno ho ritrovato ancora la voglia di nuotare che un po’ mi mancava in Italia. Ho nuotato 1:58.77, scendendo addirittura sotto la barriera che era il mio sogno da sempre. In più, questa vittoria al Settecolli è la mia prima in una manifestazione così importante, e credo che abbia spinto la Federazione Italiana Nuoto a convocarmi in nazionale assoluta per i prossimi Mondiali a Singapore. È la mia prima volta con la nazionale maggiore e sono davvero emozionato di rappresentare l’Italia.
Come nomini questa passione per il nuoto e cosa rappresenta per te?
L’acqua è sempre stata il mio elemento: fin da bambino mi sentivo bene in acqua, che fosse piscina o mare. Anche se ho iniziato l’agonismo a 10 anni – relativamente tardi – già da prima facevo qualche corso in acqua, mentre praticavo judo, e ricordo benissimo che ogni vacanza ideale per me voleva dire mare. Anzi, il mare è sempre stato serenità e felicità. Il nuoto è una delle mie più grandi passioni, anche se il percorso non è stato sempre facile. Ci sono stati alti e bassi, momenti in cui ho pensato di smettere. Quando inizi a praticare nuoto a livello agonistico, ti rendi conto che l’impegno richiesto è enorme, dentro e fuori dalla vasca. In Italia, in particolare, si tende spesso a mettere molta pressione sui risultati e tanti ragazzi finiscono per mollare perché si sentono schiacciati dalle aspettative, soprattutto se hanno del potenziale. Ma il nuoto ti forma, ti educa ad affrontare qualunque difficoltà e a sviluppare una grande resilienza. E se ami davvero questo sport – come lo amo io – riesci ad andare oltre, ad accettarne ogni sfumatura e a continuare ad apprezzarlo anche nei momenti più duri. Che sia in vasca o al mare, l’acqua per me rimane uno dei posti dove mi sento meglio.
Puoi raccontarci un ricordo della tua esperienza universitaria e del tuo percorso di formazione in Economia?
Dopo una crisi nel nuoto al termine del liceo Quadri, ho scelto di iscrivermi all’università per ritrovare equilibrio e dedicarmi anche a un’altra passione a quel tempo ancora inesplorata: economia.
L’università di Verona era il migliore compromesso per continuare ad allenarmi, e proprio in quell’anno è stato attivato il nuovo corso Imprese e mercati internazionali a Vicenza. Mi ha subito ispirato e iniziare quel percorso mi ha motivato moltissimo. Non è stato semplice gestire studio e sport: ho dovuto ridurre il carico degli allenamenti a una volta al giorno, ma questo mi ha dato una serenità mentale che prima non avevo, e mi ha permesso di concentrarmi anche su altre passioni.
Ho tanti bei ricordi di quegli anni: in particolare il corso di Storia economica con Edoardo Demo (che mi ha seguito anche nella tesi), quello di Economia industriale con Angelo Zago e i corsi di Econometria con Francesca Rossi.
Grazie al percorso universitario ho avuto la possibilità di aprirmi a nuove strade, tra cui quella che mi ha portato a ottenere una borsa di studio negli Stati Uniti, dove mi trovo. L’università mi ha dato tanto, non solo dal punto di vista accademico, ma anche umano: ho conosciuto professori appassionati e amici con cui sono ancora in contatto.
Sara Bigardi, comunicazione Scienze motorie