Il polo universitario di Santa Marta ha ospitato venerdì 19 settembre la tavola rotonda “Patrimonio vivente, comunità e popoli indigeni: lo spirito della Convenzione Unesco 2003” che ha visto l’adesione di numerosi studiosi ed esponenti delle comunità partecipative. Il dibattito si concentrato sugli strumenti proposti dalla Convenzione Unesco a tutela del patrimonio vivente dei popoli indigeni.
Ad aprire l’incontro è stato un ventaglio di saluti istituzionali. Olivia Guaraldo, delegata del rettore al Public engagement, ha sottolineato come lo spirito del Tocatì coinvolga tante realtà diverse generando una grande partecipazione. A seguire Giorgio Paolo Avigo, presidente dell’Associazione giochi antichi, Marta Ugolini, assessora alla Cultura, turismo e ai rapporti con l’Unesco del Comune di Verona e Leandro Ventura, direttore dell’Istituto centrale patrimonio immateriale del ministero della Cultura.
A guidare il filo narrativo, l’antropologa e facilitatrice Unesco, Valentina Lapiccirella Zingari, che ha introdotto il tema della salvaguardia del patrimonio immateriale dei popoli indigeni, sottolineando con entusiasmo: “è la prima volta che il Tocatì ospita una popolazione indigena, i Maori, che arriva dall’altra parte del pianeta”.
Nel corso della tavola rotonda, si sono susseguiti gli interventi degli studiosi internazionali, che hanno condiviso una riflessione sull’importanza della salvaguardia dei diritti culturali dei popoli indigeni, con uno sguardo che ha abbracciato gli aspetti normativi, economici e i diritti di proprietà intellettuale.
Tra le voci più incisive, quella di Benedetta Ubertazzi, docente dell’Università Bicocca di Milano, che ha messo in guardia dai pericoli dell’eccessiva commercializzazione dei simboli culturali. La sua proposta: usare il diritto della proprietà intellettuale come strumento di difesa, per custodire i segni identitari dalle logiche del mercato.
In chiusura dell’incontro, i rappresentanti della delegazione Maori, Pena Makoare e Hinerangi Himiona, hanno ribadito l’importanza della sovranità culturale e della rivendicazione del patrimonio vivente, esprimendo un messaggio di speranza per le nuove generazioni.
L’incontro ha segnato la fine del forum internazionale della cultura ludica, nel quale è emersa l’idea comune di tutela del patrimonio condiviso e immateriale, come prezioso simbolo delle comunità indigene.
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