Non solo in strada ma anche in aula: questa è stata la premessa – e la promessa – dell’incontro “La vera medicina per le dipendenze: il gioco, la città, la gioia”, tenutosi giovedì 18 settembre nell’aula Magna del polo Santa Marta di ateneo e inserito nella sezione Riflessioni della 23esima edizione del Tocatì, festival internazionale dei giochi di strada. Un viaggio condiviso da oltre 250 tra studentesse e studenti delle classi quarte e quinte alla scoperta delle nuove dipendenze e del ruolo educativo del gioco, della città e della comunità.
Frutto del lavoro sinergico del Gruppo radici dei diritti dell’Università di Verona, Rete Stei e Aga, la conferenza ha visto coinvolte undici classi dell’universo scolastico di istruzione superiore veronese: guidate da un peer educator della Rete Stei, le classi hanno seguito un percorso interattivo in due parti relativo ai meccanismi di manipolazione dei giochi di fortuna e d’azzardo attraverso la mediazione di Maurizio Fiasco, sociologo e presidente dell’associazione scientifica Alea.
Introdotta dai saluti istituzionali di Olivia Guaraldo, delegata del Rettore al Public Engagement, la prima parte dell’incontro interattivo e formativo si è concentrata sulla presentazione dei giochi di fortuna televisivi – come Affari tuoi – e dei meccanismi manipolativi sui concorrenti che ne stanno alla base. Attraverso, poi, l’esposizione neutrale e senza giudizi di valore del format da parte del peer educator, le studentesse e gli studenti sono stati sottoposti a un questionario (composto da sette diverse domande) tramite l’ausilio di un QR Code.
La seconda parte dell’evento ha invece riguardato le scommesse sportive live che, come ha spiegato Maurizio Fiasco, “non sono basate su eventuali vittorie o sconfitte di una data squadra, ma su micro-eventi come un calcio d’angolo o un goal”. Il meccanismo delle scommesse live è semplice: attraverso la metodologia di visualizzazione double screen (partita su schermo e quotazione su smartphone) i giocatori sono sempre in maggiore misura coinvolti nella spirale infernale del meccanismo di gioco. Ancora una volta, il questionario a cui le studentesse e gli studenti sono stati sottoposti si è rivelato di particolare rilevanza ai fini dell’incontro.
L’evento si è concluso con la comunicazione dei risultati dei due questionari a cui erano precedentemente stati sottoposti le studentesse e gli studenti, atto che ha dato il via a un dibattito profondamente formativo relativo al ruolo educativo del gioco nella dimensione cittadina e comunitaria. A giochi fatti, quindi, si può dire che le premesse e le promesse sono state mantenute.
LB — Tirocinante Agenzia Stampa “UniVerona News”